«Ospedali, Medicine a rischio con le ferie»
Le ferie estive del personale ospedaliero mettono a rischio a Trieste l’assistenza nei reparti di Medicina. Prima, terza e clinica medica, oltre che il pronto soccorso, potrebbero restare sguarniti. I sindacati, alle prese con un duro braccio di ferro con la direzione, hanno calcolato il fabbisogno dei singoli reparti: per mandare i dipendenti in vacanza senza intaccare l’assistenza e l’attività quotidiana servono 80 nuovi assunti, operatori sociosanitari (Oss) compresi. Questo, secondo le parti sociali, sarebbe stato chiesto direttamente dai responsabili che operano in corsia quotidianamente. L’Azienda ospedaliera prevede però di prenderne soltanto 14: 6 infermieri e 8 Oss. Non di più. La direzione, al momento, non ritiene di fare passi indietro sulla decisione ed è intenzionata a ripetere lo schema attuato lo scorso anno. «E ce l’abbiamo fatta», dice al telefono il direttore generale Francesco Cobello a commento di una nota diramata nel pomeriggio che non lascia intravedere spazi di trattativa.
È scontro aperto, insomma. Le sofferenze, stando alle previsioni del fronte sindacale, si avranno quindi soprattutto nelle Medicine. «Nelle corsie già si lavora con un organico ridotto - accusa Rossana Giacaz, segretaria provinciale della Cgil Funzione pubblica - e ora con le ferie ci sarà ancora meno personale per le cure, i pasti e quanto necessario in un ospedale. Le sale operatorie continueranno come sempre a lavorare a regime ridotto, facendo crescere le liste d’attesa, e il disagio diventerà insostenibile».
Fabio Pototsching (Fials) rincara: «L’Azienda ci ha presentato un piano ferie in cui non vengono rivisti l’attività né i posti letto». Sta qui il problema: per mantenere l’assistenza regolarmente la direzione sarebbe pronta a richiedere turni aggiuntivi . Un aumento del carico di lavoro, dunque. Ma se infermieri e Oss rifiutano, la casella resta scoperta? C’è un “piano b”? A quanto pare no.
«Dopo l’ultimo incontro sindacale ci chiediamo quali soluzioni organizzative sono state messe in atto dalla direzione aziendale per garantire un’adeguata offerta assistenziale e nel contempo permettere le dovute ferie al personale?», scrivono in un comunicato congiunto Cgil-Funzione pubblica, Fps-Cisl, Uil-Fpl, Fials e Rsu aziendale. «Le ferie - aggiungono - sono un diritto che va garantito con una puntuale pianificazione», sottolineano ancora i sindacati. «La programmazione e la gestione delle attività deve tener conto, aspetto non secondario, delle risorse umane disponibili». Il pericolo è che l’organico che resterà in servizio di qui a settembre non riesca a far fronte all’abituale lavoro in corsia. Questione di numeri e di costi. «Ci domandiamo quale qualità assistenziale potrà essere garantita nel periodo estivo e a quali condizioni se a fronte di una richiesta di 80 operatori tra infermieri e operatori socio sanitari avanzata dalle strutture sanitarie - puntualizzano ancora le parti sociali - l’Azienda ospedaliera risponde con l’assunzione di soli 6 infermieri e 8 O.s.s?». Si tratterebbe di contratti a tempo determinato con una durata di tre mesi non rinnovabili. «Ad oggi - polemizzano le sigle - l’unica risposta da parte dell’azienda a queste domande, al di là di un piano ferie che di “piano” ha soltanto il nome, è stata la presentazione di un progetto che richiede agli operatori ulteriori sacrifici». I turni aggiuntivi, appunto. «La situazione - concludono - è diventata insostenibile, serve una seria rivisitazione dei vertici aziendali».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo