Ospedali al collasso in Croazia e i contagi sforano quota mille
ZAGABRIA Ospedali croati verso la catastrofe. Se la curva epidemiologica dovesse proseguire a crescere ai ritmi attuali entro la fine di ottobre i ricoverati per Covid-19 del Paese potrebbero superare quota 9 mila. Questo significherebbe un crollo delle operazioni di diagnosi e cura delle altre patologie non collegate alla pandemia.
E ieri picco record dei nuovi contagi che ha sforato quota mille (!.131). Ma c’è di più, come denunciato dai medici croati in queste ore. Il centro ospedaliero clinico Sorelle della Carità a Zagabria ha attualmente 124 operatori sanitari fuori servizio di cui 30 sono positivi al Covid-19 e 95 sono in quarantena. Tra il personale testato all’ospedale Santo Spirito della capitale (250 persone), finora 11 sono risultate positive, ma si attendono altri responsi in questa direzione. In autoisolamento ci sono, per ora, 48 dipendenti.
Tutto questo per spiegare come se i posti letto si trovano, ovviamente a discapito delle altre patologie (e non stiamo parlando di tonsille o di appendiciti ma di ammalati di cancro o cardiopatici gravi), a mancare però sono i medici e il personale infermieristico in grado di curare chi arriva in ospedale con il Covid-19 e deve ricorrere alla terapia intensiva. «A giudicare dalla risposta che abbiamo ricevuto ieri dall’esecutivo - spiega il professor Ozren Polašek , membro del Consiglio scientifico del governo per combattere la pandemia - la Croazia non ha un piano concreto basato su criteri misurabili da cui dipende l'introduzione delle misure, quindi secondo i dati disponibili, è un raro membro dell'Ue senza linee guida chiare su cosa fare in quale situazione. E gli epidemiologi concordano sul fatto che l'infezione è fuori controllo».
Il sistema sanitario croato è in prognosi riservata. —
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