Ospedale pediatrico in Sudan: la realizzazione è “triestina”
Eccellenze triestine senza frontiere. Idee e progetti di valore etico e sociale portati a termine in tutto il mondo. Allo studio di architettura Tamassociati (in via Madonnina), già vincitore del premio Aga Khan Award for Architecture 2013 per la realizzazione del centro ospedaliero Salam (pace) a Khartoum (Sudan), è stata assegnata la Medaglia d’oro Giancarlo Ius per la costruzione di un’altra struttura ospedaliera, sempre in Sudan. Il premio, destinato all’opera di architettura maggiormente innovativa e sostenibile sotto il profilo del risparmio energetico e dell’utilizzo delle energie rinnovabili, è stato conferito appunto a Tamassociati per la progettazione e la costruzione del Paedriatic Centre di Port Sudan (Sudan), commissionato dalla ong Emergency.
Ideatore di questo progetto è Raul Pantaleo, 53 anni architetto e grafico, milanese di nascita ma da tempo trapiantato a Trieste e fondatore,a Venezia, dello studio Tamassociati. Da anni svolge la sua attività professionale e di ricerca nell'ambito della progettazione partecipata bioecologica e della comunicazione sociale, collaborando con organizzazioni del terzo settore. Fortemente impegnato nei progetti di Emergency, ha realizzato diversi centri sanitari in vari paesi africani, tra cui il Centro Salam di Karthoum che ha rappresentato l'Italia alla Biennale di architettura 2010.
Nella motivazione della Medaglia d’oro si legge che l’ospedale “prova a risolvere con ottimi risultati e una buona architettura, i temi principali delle sfide della contemporaneità”, ossia “come realizzare edifici ad alto comfort – tanto più in un ospedale per bambini – con tecnologie semplici e non costose”, in luoghi “dalle condizioni climatiche (e sociali) estreme”, dove “l’energia e l’acqua sono beni preziosi”.
Il Paediatric Centre dimostra, perciò, come qualità, funzionalità, risparmio energetico e bellezza non debbano necessariamente passare attraverso scelte economicamente e tecnologicamente eccessive, ma trovino risposte eccellenti anche attraverso i criteri della semplicità e della eco-semplicità. L’ideazione e la costruzione di un presidio ospedaliero con queste caratteristiche rappresenta per tutta l’area sub-sahariana una sfida e una innovazione in più direzioni: tecnologie avanzatissime si affiancano al recupero di tecniche costruttive tradizionali, mentre impianti a bassissimo consumo s’intrecciano a sistemi di raffrescamento naturali, creando macchine termiche per ombreggiamento e ventilazione perfette, semplici ed efficaci. Al progetto italiano si sono uniti i materiali locali, mentre la morfologia dell’edificio ha restituito, in grande scala, l’architettura domestica tipica della zona, arricchendola di un grande giardino irrigato dalle acque reflue: in questo deserto fisico e umano, il verde vivo è una visione, ha un valore simbolico grandissimo perché è il preludio alla cura che verrà.
Una sfida raccolta e magistralmente interpretata da Tamassociati precursore, a livello internazionale, dei principi della progettazione etica, sociale e sostenibile. «I premi a livello internazionale che stanno ottenendo i nostri recenti progetti – afferma Raul Pantaleo – sono la testimonianza di un desiderio crescente d’iniziare a ragionare su un futuro diverso, condiviso e condivisibile. Qualche anno fa si diceva ‘possibile’. Forse s’inizia a comprendere che i diritti non sono una conquista – una volta per tutte – e gli anni recenti lo dimostrano. Vanno coltivati, ricercati, rivendicati ogni giorno. In questo, forse, sta la novità di un ritrovato interesse nei temi etici di cui ci sentiamo partecipi, da sempre: la nostra architettura è un luogo fisico e al tempo stesso un simbolo di questi valori, divenendo nei fatti un ‘bene comune’».
Per l’architetto triestino la costruzione di uno dei pochi avamposti sanitari di questa ampia zona, capace di fornire assistenza sanitaria gratuita ai bambini della zona, è un passo verso la pienezza del diritto alla salute, alla bellezza, al rispetto, allo e dell’ambiente.
«La convivenza tra la migliore sanità possibile e il miglior approccio ecologico – aggiunge Pantaleo - rappresenta una delle grandi sfide del futuro, e non solo per il continente africano. L’esperienza africana ci insegna a immaginare la semplicità come una sintesi tra tecnologie moderne e tradizionali, capace di privilegiare buon senso, durevolezza e misura, in una strategia generale di riduzione del progetto, senza perdere di vista l’idea di benessere. La semplicità come strategia è stata ed è un modo per affrontare ogni decisione di natura tecnologica e impiantistica, che si riverbera in maniera sensibile sui costi finali dell’intervento e sugli oneri di manutenzione. Comportamenti volti al risparmio, sommati a una buona efficienza dell’edificio e a scelte energetiche appropriate, hanno permesso di raggiungere performance di eccellenza».
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