Ortopedia fiore all’occhiello ma la lista d’attesa è lunga

«Il Servizio di ortopedia e traumatologia di Gorizia e Monfalcone, organizzato in Struttura operativa complessa (Soc), garantisce un livello di qualità dei servizi ai pazienti e un volume di attività tale da potersi rapportare ai maggiori ospedali del Friuli Venezia Giulia». Lo afferma il primario Franco Gherlinzoni, che osserva: «Globalmente la Struttura complessa, articolata nelle Strutture semplici di Gorizia e Monfalcone, è in grado di soddisfare la maggior parte della domanda del bacino d’utenza isontino, erogando volumi rilevanti di attività a fronte dell’utilizzo di significative risorse».
Complessivamente la Soc possiede una dotazione di circa 50 posti letto, 15 medici specialisti e 12 sale operatorie. L’attività, in ragione degli spazi a disposizione, si divide in un rapporto pari al 60% sull’ospedale San Polo rispetto al restante 40% sul San Giovanni di Dio. Gli interventi chirurgici eseguiti nel 2017 nelle due sedi sono stati 2.512. Nell’ambito dell’ortopedia di elezione, le protesi all’anca e al ginocchio registrano una media annuale di circa 400 interventi, sempre declinati nel rapporto dei volumi tra le due sedi. E se il settore della traumatologia costituisce il riferimento prioritario e sostanziale dell’attività della Soc, come attiene ad un ospedale di rete, l’ambito degli interventi in elezione fa la parte del “valore aggiunto”. Funzionale all’attrazione, ma condizionato dalle esigenze primarie della traumatologia. Il tutto si traduce nei numeri delle liste di attesa per l’ortopedia di elezione, che riguarda tutta l’attività protesica oltre a quella per patologie degenerative, oncologiche e sportive. Sono complessivamente circa 2 mila i pazienti in attesa di intervento chirurgico. Tale dato stimato offre una duplice lettura: da un lato, la quantità degli interventi programmati è segno di effettiva capacità attrattiva, dall’altro diventa causa possibile di “fuga”. Tuttavia, attraverso l’uso di criteri di priorità, viene comunque consentito ai pazienti più urgenti (in fascia A) di essere operati in tempi rapidi.
«Nel complesso – spiega il dottor Gherlinzoni –, le liste e i tempi di attesa sono variabili, soggetti alle dinamiche legate alle attività di traumatologia». Il primario aggiunge: «I numeri e la diversificazione delle attività della Soc garantiscono la copertura della maggioranza delle esigenze del territorio, dalla traumatologia fino e soprattutto al trattamento delle patologie ortopediche sia degenerative che oncologiche. Siamo pertanto in grado di dare una risposta di qualità di servizio al bacino d’utenza territoriale. Il mio compito alla guida della Struttura complessa – aggiunge – è quello di governare attività e indirizzi terapeutici tra le due sedi di Gorizia e Monfalcone utilizzando al meglio le risorse disponibili. L’obiettivo è quello di ottenere una sempre crescente integrazione con prestazioni e risultati sempre più allineati».
Detto questo, il primario si sofferma sulla traumatologia. «È un’attività evidentemente di per sé molto variabile e per la sua caratteristica di urgenza condiziona l’attività di elezione. In altre parole, le esigenze traumatologiche gravano sull’attività programmata. Per questo le liste di attesa sono lunghe. È anche vero che l’ortopedia di elezione è elemento di attrazione che richiama pazienti da tutto il Friuli Venezia Giulia e da altre regioni vicine». Il dottor Gherlinzoni riconosce la problematica delle liste d’attesa sostenendo l’«amarezza» di non essere in grado di soddisfare pienamente la domanda dei pazienti. «Abbiamo effettivamente un problema di “fughe” non potendo soddisfare sempre tempestivamente le richieste, costringendo a volte i pazienti a rivolgersi ad altre strutture». Quindi osserva: «Avremmo bisogno di maggiori risorse, in termini di personale medico e infermieristico e di disponibilità di sale operatorie». Mediamente sono disponibili 7 sale operatorie alla settimana al San Polo e 5 al San Giovanni di Dio, considerando inoltre la presenza di una équipe di urgenza in entrambe le sedi. Il primario sottolinea quindi la «capacità professionale dei suoi collaboratori, supportata anche da un continuo aggiornamento professionale, con la partecipazione ai maggiori congressi nazionali ed internazionali».
In aggiunta l’aggiornamento tecnologico consente di offrire ai pazienti protesi e mezzi di osteosintesi di ultima generazione che risultano tra i più moderni di quelli a disposizione.
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