“Orti sociali” per condividere terra e saperi
Riprendere il contatto con la terra, lontani dalla fretta del quotidiano, per riportare nelle città la sapienza contadina che ha scandito per secoli, al ritmo delle stagioni, la vita di ogni giorno. Nascono così anche a Trieste gli Orti sociali urbani con il progetto “Urbi et Horti”: piccoli campi da coltivare incastonati tra le case, nei rioni, per condividere l'arte, anche terapeutica, della coltura; per una gestione comune dei beni.
Con il sostegno della Regione e il patrocinio del Comune, il progetto è stato realizzato da un gruppo di associazioni, alcune delle quali fanno parte della Rete di economia solidale, con capofila Bioest, Italia Nostra, il Comitato Danilo Dolci, l'Anglat (associazione per la mobilità dei disabili), l'Associazione italiana agricoltura biologica e le microaree dell'Azienda sanitaria. Obiettivo dell'iniziativa, che si concluderà tra un anno, è «progettare e attuare soluzioni di fruizione del territorio urbano con una logica di elevata sostenibilità sociale e ambientale, che va dalla produzione agricola biologica alla condivisione di spazi e beni comuni». Il primo orto sociale urbano sarà realizzato con la collaborazione di padre Antonio Santini della Comunità servi di Maria di Valmaura.
«Non vogliamo creare solo degli orti urbani in cui coltivare la terra – ha spiegato Tiziana Cimolino di Bioest – ma anche utilizzare gli spazi cittadini per condividere saperi e conoscenze, e mettere in relazione le persone. Realizzeremo anche dei corsi di tecniche agricole». Il primo appuntamento per far conoscere il progetto è fissato l'8 febbraio alla Casa del giovane di San Sabba, con l'obiettivo di visitare poi tutti i rioni cittadini e raccogliere adesioni all'iniziativa.
Nel frattempo anche il Comune, che partecipa a “Urbi et Horti”, ha in programma di rivedere il regolamento che assegna gli spazi verdi urbani di sua proprietà nell'ottica di individuare e ampliare le aree da assegnare agli orti sociali urbani. «Vogliamo stabilire regole chiare per la gestione dei beni di proprietà dell'ente», ha detto l'assessore Elena Marchigiani ieri in occasione della presentazione del progetto: «Sarà realizzata una mappatura delle aree da destinare a orti sociali urbani, poi apriremo i primi bandi di assegnazione per dare in concessione terreni di 40 o al massimo 60 metri quadrati a canoni “sociali”».
Finora i terreni dati in locazione dal Comune si sviluppano su aree molto più ampie (400-500 metri quadrati) con affitti molto elevati, ha spiegato Marchigiani, «mentre vogliamo estendere questa opportunità a tutti: anziani, giovani, cooperative sociali, associazioni di volontariato, per stimolare i cittadini alla cura degli spazi verdi comuni, per una migliore qualità ambientale e di gestione del paesaggio».
Ivana Gherbaz
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