Orso bruno catturato sul Gran Monte

Un esemplare maschio di orso bruno del peso di oltre 160 chili per oltre 2 metri e 20 di altezza, dell’età di circa 5 o 6 anni, è stato catturato e successivamente liberato giovedì, verso le 3 e mezza del mattino, nella zona del Gran Monte fra i comuni di Lusevera e Taipana, in provincia di Udine. L’orso è il quarto catturato dall’Università di Udine in collaborazione con la Provincia dal 2007. L’operazione è stata eseguita a fini di studio e ricerca dagli operatori dell’ateneo friulano e della locale polizia provinciale con il supporto del Corpo forestale regionale e di volontari dell'associazione del Villaggio degli Orsi.
Subito dopo la cattura, avvenuta grazie a una particolare gabbia ideata dai ricercatori, l’orso, prima di essere liberato, è stato narcotizzato, visitato e dotato di radio collare satellitare, grazie al quale sarà possibile studiarne i movimenti e così aggiungere importanti informazioni riguardo al comportamento degli orsi nell’area del Friuli Venezia Giulia. L’operazione rientra nelle attività di una ricerca triennale dell’Università di Udine, autorizzata dal ministero dell’Ambiente, che prevede la cattura a fini scientifici e lo studio, grazie ai radio collari, di sei orsi su una popolazione di circa 10-15 esemplari presenti in Friuli Venezia Giulia. Il collare di cui è stato dotato l’orso bruno catturato e liberato prevede un sistema di rilascio a tempo e a distanza, in questo modo si staccherà dall’animale dopo la fine del periodo di studio oppure in situazioni di emergenza.
«Grazie a questo evoluto collare – spiega Stefano Filacorda, responsabile dell’equipe di ricercatori dell’Università di Udine – si prevede di raccogliere un numero variabile di 7-12 punti Gps al giorno per un totale di 6 mila punti in tutto il periodo ricerca, ovvero di individuare grazie al sistema satellitare e radio le aree dove l’animale vive, dove va ad alimentarsi o a rifugiarsi e i suoi movimenti. Il tutto, al fine di fornire un adeguata protezione a questi siti e contemporaneamente capire se questo individuo è responsabile di attacchi al bestiame domestico che ultimamente sono molto frequenti sulla parte slovena dell’area delle Prealpi Giulie, sul monte Stol». Il collare di cui vengono dotati questi esemplari, dunque, «potrebbe essere utile – spiega Filacorda - a prevenire i danni e fare azioni di dissuasione, anche, se possibile, evitando l’abbattimento su parte slovena, dove gli animali che sono responsabili di danni ripetuti possono essere oggetto di abbattimento in deroga».

Il monitoraggio degli orsi con collare è un metodo che può rivelarsi importantissimo in alcune situazioni. «L’orso Madi catturato a maggio dello scorso anno – esemplifica Filacorda - è stato così protetto nel suo ritorno dalle zone intorno a Conegliano, dove si era spinto fino alle montagne, anche limitando il traffico laddove l’orso si avvicinava alle strade di grande viabilità, ed evitando eventuali incidenti stradali grazie ai servizi di polizia informati in tempo reale dagli operatori dell’Università di Udine». In questo anno trascorso l’orso Madi è stato studiato nei suoi movimenti con oltre 3 mila punti di localizzazione raccolti.
Il gruppo di cattura era composto da: Andrea Madinelli, Stefano Pesaro e Stefano Filacorda dell’università di Udine, Carlo Cussigh e Mauro Azzini della Provincia di Udine. Le riprese sono state effettuate da Marco Favalli. Hanno supportato l’operazione: Cristina Bergniach e Dario Di Gallo del Corpo Forestale Regionale Stazione di Tarcento, Saimon Ferfolja, Carmelinda Giannone e Toni Romani dell’Associazione il Villaggio degli Orsi, Fulvio Genero dell’ateneo di Udine, il Corpo Forestale Regionale - Stazione Forestale di Tarcento e in particolare Fulvio Barbarino e Marco Gardel del Parco delle Prealpi Giulie.
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