Orsi in Slovenia, previsti 200 abbattimenti ma è battaglia fra ministero e ambientalisti

La Forestale: esemplari in continuo aumento. Il Tribunale amministrativo però sospende il piano dopo un ricorso

LUBIANA In Slovenia si scatena la guerra per l’orso. L’Ufficio per i boschi del Paese (la nostra Guardia forestale dello Stato di una volta, ora ci sono i carabinieri) ha chiesto al competente ministero dell’Ambiente Jure Leban il permesso per abbattere 200 esemplari di orso. La motivazione sta nell’eccessivo proliferare del plantigrado. Ricordiamo che la popolazione di orsi si muove anche tra l’Italia e la Slovenia e l’Austria e la Slovenia. Movimento comprovato dalla recente uccisione proprio in Slovenia di un orso “italiano” dotato tra l’altro di collare geo identificatore per studiare i movimenti dei plantigradi in questa macroarea. Se al momento dell’indipendenza (1991) in Slovenia vivevano circa 350 esemplari di orso, oggi ce ne sono 750 e secondo il direttore della Guardia forestale del Paese, Rok Černe la popolazione dei plantigradi aumenta di 200 esemplari all’anno e proprio per questo motivo è stato chiesto l’abbattimento di un simile numero.

E se i contadini gli allevatori sarebbero favorevoli all’abbattimento anche di un numero superiore di esemplari, la organizzazione non governativa Alpe Adria Green invece ha opposto un ricorso al Tribunale amministrativo della Slovenia contro la risoluzione approvata dal ministero dell’Ambiente di avviare l’abbattimento dei 200 orsi. E la scorsa settimana i giudici si sono espressi sentenziando una sospensiva della decisione del ministero. Dunque, per ora, gli orsi sono in salvo.

All’Associazione slovena degli agricoltori guardano con molta perplessità alla decisione del Tribunale amministrativo. «Al ministero dell’Ambiente la decisione relativa all’abbattimento dei duecento orsi è stata presa all’unanimità e anche le organizzazioni non governative ambientaliste presenti hanno dato il proprio consenso», spiega al sito della Tv di Stato slovena Rtv il direttore dell’Associazione, Branko Ravnik. «Ci sorprende dunque che ora una ong abbia presentato ricorso al Tribunale e abbia ottenuto la sospensiva, inficiando di fatto un procedimento che ha seguito tutte le regole democratiche». Va detto però che la Alpe Adria Green non era presente al summenzionato incontro al ministero.

Secondo Ravnik la sospensiva è solamente l’anticamera di un annullamento della decisione presa dal ministero dell’Ambiente. «Noi comunque non ci arrendiamo - precisa - e siamo pronti a fare causa allo Stato per non aver ottemperato alle norme relative al controllo della popolazione degli animali feroci nel Paese». Se non ci sarà l’abbattimento, stimano al ministero, la popolazione dell’orso rosso in Slovenia crescerà fino a toccare circa quota 950 esemplari alla fine del 2019. E a questo punto, precisa il direttore della Guardia forestale del Paese, Rok Černe, «inizieranno i veri e propri conflitti, e mi interessa, chi sarà il responsabile se inizieranno gli attacchi degli orsi agli uomini, attacchi che potrebbero portare anche alla morte di una persona». «Siamo di fronte - conclude - a un comportamento irresponsabile».

Soprattutto gli allevatori sloveni se ai primi attacchi di orsi ai loro greggi stringono i denti e incassano i rimborsi previsti dalla legge, a lungo andare e al ripetersi degli attacchi decidono di non mandare più le proprie bestie al pascolo e addirittura si ritirano dall’attività.

Comunque se un orso diventa pericoloso per greggi o persone già da oggi la Guardia forestale della Slovenia ha un gruppo d’intervento che si mette in moto per uccidere il plantigrado pericoloso dopo aver ottenuto il nulla osta dall’Agenzia slovena per l’ambiente. —


 

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