Orrore dei campi nazisti: niente pietre d’inciampo ma i volti dei deportati

Sono arrivate in tempo per le cerimonie a Doberdò, non a Fogliano Redipuglia e a Ronchi dei Legionari dove c’è chi ha fatto notare l’assenza del gonfalone
La cerimonia a Fogliano senza pietre d'inciampo (Bumbaca)
La cerimonia a Fogliano senza pietre d'inciampo (Bumbaca)

Mancano le pietre d'inciampo: a Fogliano cerimonia con i volti dei deportati

FOGLIANO REDIPUGLIA Le pietre d’inciampo con l’artista che le ha ideate, ma senza le pietre. Le cerimonie, ieri mattina, prima a Fogliano Redipuglia, poi a Ronchi dei Legionari e, nel pomeriggio, a Doberdò del Lago, si sono svolte, anche con il sostegno finanziario della Regione, ugualmente, alla presenza dell’artista tedesco Gunter Demnig che le ha ideate, ma un disguido, legato al trasferimento da Berlino, ha fatto venir meno la deposizione delle piccole targhe in ottone, con incisi nome e cognome del deportato, che avrebbero dovuto essere collocate (sono arrivate in tempo solo per Doberdò). Un incidente di percorso che non ha mancato di creare qualche malumore e una delusione che si leggeva nel volto dei partecipanti, in primis la presidente dell’Aned, Ada Bait.

La cerimonia a Fogliano senza pietre d'inciampo (Bumbaca)
La cerimonia a Fogliano senza pietre d'inciampo (Bumbaca)


Le “tappe” nei luoghi in cui si era deciso di procedere con queste installazioni si sono consumate tutte, dappertutto sono state collocate le fotografie dei deportati e si sono tenuti gli interventi previsti. Ma qualcosa è davvero mancato. Come, a Ronchi dei Legionari, è mancata – come fatto notare da diversi partecipanti – anche la presenza del gonfalone della città, decorato negli anni Novanta con medaglia d’argento al valor militare per quanto i ronchesi avevano fatto e patito durante la Resistenza.

A Fogliano Redipuglia, dove, per la prima volta, sono state previste le pietre, a parlare è stata il sindaco, Cristiana Pisano, la quale ha ricordato tutti i 28 internati nei lager nazisti, 12 dei quali non sono mai tornati a casa. «Ci troviamo per il secondo anno consecutivo, in occasione della giornata della Memoria che si celebrerà il prossimo 27 gennaio, alla posa di altre otto pietre di inciampo. L’amministrazione comunale, che rappresento – ha detto il vicesindaco ronchese, Paola Conte – con immenso orgoglio e piacere ha aderito all’invito a partecipare a questa iniziativa perché l’obiettivo che si prefigge l’Aned è quello di onorare la memoria per non dimenticare, un rischio sempre all’ordine del giorno. Con questo spirito, con la posa di queste pietre, si vogliono ricordare i nostri deportati ronchesi nei lager nazisti e fare di questa memoria e di questo martirio. Un patrimonio condiviso da tutta la collettività, che non deve andare disperso e non deve fermarsi alla ritualità ufficiale di un giorno».

Furono in totale 158 i ronchesi deportati nei diversi campi di sterminio, dei quali 75 non fecero più ritorno a casa. Tra coloro che non tornarono anche 8 donne. A Fogliano Redipuglia le pietre ricorderanno lungo via Redipuglia, Fiorenzo Visintin e Augusto Fontanin. La cerimonia ronchese ha poi toccato quattro vie. La prima, in via Dante, per la posa delle pietre dedicate a Giuseppe Zanet, Antonio Franzi, Giuseppe Zamar e Giovanni Olivo. Si è passati poi in via D’Annunzio 15 per la pietra di Angelo Ghergolet e in via XXIV Maggio per le pietre dedicata a Annamaria Magnassi e a Eufemia Brumat. La cerimonia si è conclusa in piazza Santo Stefano per la pietra dedicata ad Armando Maturo. A Doberdò sono stati invece ricordati Jožef Boneta in località Bonetti in via Brigata proletaria, Alojz Jelen e Jožef Ferletic in piazza Doberdò. —


 

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