Orologi “pazzi” sui palazzi di Trieste Solo uno spacca il secondo

L’ora esatta alla Torre del Lloyd. In ritardo le lancette della Stazione centrale Micheze e Jakeze hanno due minuti di anticipo. E alle Poste il tempo è fermo
Di Pierpaolo Pitich
Lasorte Trieste 18/06/13 - Piazza Unità, Municipio, Mikeze e Jakeze
Lasorte Trieste 18/06/13 - Piazza Unità, Municipio, Mikeze e Jakeze

Sarà il caldo scoppiato all’improvviso, saranno i segni del tempo che hanno intaccato i delicati meccanismi degli ingranaggi, fatto sta che nessuno degli orologi posti in cima ai palazzi più noti e strategici della città è attualmente in grado di segnare l’ora esatta: c’è chi arranca in ritardo, chi al contrario viaggia in anticipo, chi addirittura è fermo da tempo. Fa eccezione l’orologio della Torre del Lloyd, l’unico in grado - come si dice in gergo - di spaccare il secondo. Dunque, se vi trovate a passeggiare per le vie di Trieste e avete assoluto bisogno di sapere l’ora esatta, farete meglio a consultare il vostro orologio da polso o il vostro telefonino.

Si parte in ritardo Il nostro “viaggio nel tempo” non può che iniziare dalla Stazione centrale, punto di partenza e di arrivo da e per la città. E le cose si mettono subito male: l’orologio che svetta sull’edificio di piazza della Libertà segna ben due minuti di ritardo. All’apparenza possono sembrare poca cosa, ma non in un luogo dove anche i secondi possono fare la differenza e dove un minimo scompenso rischia di risultare fatale, soprattutto per chi è costretto a prendere un treno al volo. Per fortuna il proverbiale ritardo dei treni riesce a compensare le cose ed a risolvere in qualche modo il problema.

Dove il tempo si è fermato Ci sono luoghi a Trieste in cui il tempo sembra davvero essersi fermato: solo che in questo caso non si tratta di un modo di dire, ma di una realtà oggettiva. È il caso degli orologi posizionati sulla torretta della sede centrale delle Poste Italiane e sul retro della chiesa di Sant’Antonio nuovo, entrambi fermi da tempo imprecisato. Le lancette del primo si sono bloccate alle 6 e 36, mentre il secondo segna le 7 e 11: l’unica consolazione è che entrambi, per due volte al giorno, battono l’ora esatta...

In centro si va di fretta I ritmi di chi lavora nel centro storico sono talmente frenetici che anche gli orologi hanno dovuto adattarsi di conseguenza. Il quadrante posto sulla sommità dell’edificio della Camera di commercio viaggia con un minuto di anticipo. Fanno ancora meglio Mikeze e Jakeze, le due statue che battono le ore in cima al palazzo del Comune, che in questi giorni, sono avanti di due minuti: tutto sommato per loro la situazione è migliorata visto che, a causa di un guasto al meccanismo, qualche mese fa riuscivano nell’impresa di passare dai dieci minuti di ritardo ai venti di anticipo.

Manca il sincronismo C’è un luogo in cui non si va troppo distanti dall’ora esatta: è il caso degli orologi che sovrastano la chiesa greco-ortodossa di riva Tre Novembre. Nella fattispecie la discrasia è di pochi secondi: il problema però è che gli otto quadranti posti sui lati delle due torri dell’edificio non sono sincronizzati tra di loro. In pratica da ognuna delle due torri, sia pur di poco, si legge un’ora diversa.

Addio puntualità In questi giorni a tradire, sotto il sole cocente, sono stati anche gli orologi posizionati lungo le Rive, che hanno dovuto dire addio alla consueta puntualità. Il quadrante posto sull’edificio della Stazione marittima procede infatti con due minuti di ritardo. Vanno un po’ meglio le cose poco più in là, sulle torrette dell’ex Pescheria: in questo caso il ritardo si dimezza e scende ad un solo minuto.

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