Ore di ricerche sull’Isonzo Mistero fitto sul cadavere
È ancora un corpo invisibile, una scossa raggelante nell’anima di due ventenni che pur l’hanno visto, impigliato tra i rami, come se l’Isonzo avesse “concesso” una pausa prima di portarselo via.
Giornata in trincea anche quella di ieri, moltiplicando gli sforzi e gli uomini a scandagliare e a cercare risposte. Proprio ieri è stata presentata una denuncia di scomparsa. Si tratterebbe di un uomo di San Canzian d’Isonzo. I famigliari si sono rivolti ai carabinieri per segnalare l’assenza del congiunto.
Che si possa tracciare un collegamento con il rinvenimento del cadavere comunicato dai due ragazzi domenica alle forze del soccorso, è prematuro, di fronte alle ricerche ancora in corso, pur se a non escludere l’eventualità è la sequenza temporale di una denuncia di scomparsa a distanza di poche ore dall’avvio delle verifiche al Parco di Turriaco.
La mobilitazione ieri s’è messa in moto alle prime luci del sole. Verso le 5 del mattino sono riprese le ricerche, a setacciare l’asta dell’Isonzo fino alla foce. In mare la supervisione è stata affidata alla Capitaneria di Porto attraverso la motovedetta in servizio di pattugliamento. Avanti e indietro spingendosi a Punta Sdobba.
Dopo la comunicazione alla Procura da parte dei carabinieri, la Prefettura ha attivato il piano delle persone scomparse, ai fini del coordinamento dei controlli delle forze in campo, gestito dai vigili del fuoco che hanno predisposto l’Unità di crisi. Tutto, dunque, secondo le procedure previste dal protocollo. Tutti a far quadrato al fine di poter individuare ogni elemento utile a individuare quel corpo nel quale domenica pomeriggio si sono drammaticamente imbattuti i due ragazzi, dalla riva del fiume, a poca distanza dal chiosco “Poiana”, uno degli accessi all’area naturalistica, affollata di frequentatori.
Verifiche susseguitesi a tamburo battente. Nell’area dell’Isonzo si sono concentrati anche i sommozzatori del Corpo dei vigili del fuoco provenienti da Trieste, contestualmente l’elicottero, proveniente da Venezia, ha garantito il monitoraggio dall’alto.
A disposizione inoltre la Protezione civile che domenica aveva contribuito alle ricerche per l’intera giornata. Fino a mezzanotte, quando tutto era stato sospeso.
Un vero e proprio tour de force, compresa l’attività di indagine dei carabinieri, alle prese peraltro con la scomparsa del sancanzianese. Ricerche incalzanti dovendo fronteggiare una situazione particolarmente difficile, le acque e gli argini impervi del fiume che pure ieri è stato ripercorso più volte. Ma la natura ha il suo tempo e le sue verità.
Resta il fatto che i due ragazzi quel corpo rovesciato in acqua l’hanno visto, com’è stato raccontato. L’avevano notato a poca distanza rispetto alla riva e avevano dato l’allarme, in attesa di sapere come comportarsi. I ragazzi, secondo quanto è stato sempre riferito, avevano spiegato che in quelle condizioni, le acque “ferme” ed un livello del fiume ragionevolmente basso, avrebbero potuto in qualche modo raggiungere quel corpo esanime, non senza tuttavia l’evidente stato emotivo profondamente turbato. Era stato detto loro di non avvicinarsi, di non toccarlo.
Quando erano giunti i vigili del fuoco il corso d’acqua ormai s’era innalzato, ritmato dalla potenza delle correnti. Nessuna traccia, nemmeno l’ombra di una sagoma. I vigili del fuoco, assieme ai volontari della Protezione civile, avevano avviato le prime ricerche, il gommone a “sfidare” il fiume. Il tempo del cambio turno e l’attività era proseguita, avvalendosi di un rafting, gli argini punteggiati di luci, le pile per farsi largo nella notte.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo