Ordinanza Fedriga, il "giallo" del caffè in strada e il dietrofront sugli sport di squadra

I dubbi sull’ultima ordinanza. La Fipe di Trieste: «Si possono consumare cibi e bevande all’aperto». Ma a Udine è già scattata la prima multa per un espresso
Lasorte Trieste 23/11/20 - Persone all'esterno di bar
Lasorte Trieste 23/11/20 - Persone all'esterno di bar

TRIESTE L’accesa interpretazione sul permesso, o meno, di bere il caffè in strada. La clamorosa piroetta a 360° sul (non) stop all’attività sportiva. L’ordinanza n. 43 firmata lunedì dal presidente della Regione Massimiliano Fedriga questa volta ha creato più dubbi che certezze. La causa? Un provvedimento presentato in un certo modo al mattino in conferenza stampa da Fedriga e Riccardi e diventato poi altro, la sera, al momento della firma dell’atto con il risultato, appunto, di aprire la girandola delle interpretazioni. Nel caso appunto delle consumazioni di cibi e bevande all’aperto la Fipe (solo quella di Trieste, però) ha lanciato una vera e propria querelle. Nel caso dello sport, invece, la nuova normativa (che come vedremo di nuovo nulla ha) è andata proprio a negare i contenuti della conferenza del mattino.



Caffè sì, caffè no


«È vietata la consumazione di alimenti e bevande all’aperto su area pubblica o aperta al pubblico nelle vicinanze degli esercizi di vendita e comunque in luoghi dove siano possibili assembramenti». Il testo dell’ultima ordinanza sembrerebbe piuttosto chiara. Non si possono consumare alimenti e bevande all’aperto su area pubblica o aperta al pubblico come indicato a chiare lettere anche al mattino in conferenza. Tanto che a Udine, ieri, c’è stata già la prima sanzione: una commessa che stava bevendo un caffè durante una pausa davanti alla porta di ingresso del negozio dove lavora è stata multata. E non a caso a Trieste ieri mattina diversi bar, considerando i magri incassi legati ai nuovi divieti, hanno preferito tenere abbassata la saracinesca.

Tutto chiaro quindi? Non proprio. La Fipe di Trieste, prendendo una posizione diversa da quella delle Federazioni del resto del Fvg, ha instillato i suoi dubbi. «L’interpretazione che noi abbiamo fornito ai soci - spiega la presidente Federica Suban - indica che l’ordinanza regionale non vieta il consumo di cibi e bevande sulla pubblica via, bensì la consumazione in forma statica su suolo pubblico creando assembramenti».

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Pubblicato da FIPE Trieste su Martedì 24 novembre 2020


Insomma. Secondo l’interpretazione triestina, l’ordinanza consentirebbe di prendere il caffè per asporto e berlo camminando. L’importante è che non si formino assembramenti e che non ci si fermi a sorseggiarlo proprio fuori dal locale. Nessun dubbio invece sul fatto che resti il divieto di consumare cibi e bevande nei dehors dei pubblici esercizi o in prossimità. Per avere riscontro sulla tale interpretazione, la Fipe Trieste ha annunciato di aver avanzato alla Regione la richiesta di inserire un quesito esplicito in una prossima Faq. Che però, al momento, non è arrivato.

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Come uscirne dunque? «Mi sembra che ogni volta che c’è un’ordinanza o un decreto si cerchi un escamotage per trovare il modo di superare la norma... - commenta il prefetto di Trieste Valerio Valenti, facendo capire la difficoltà di muoversi su questo terreno -. Detto questo, per quanto riguarda l’ultima normativa inerente al consumo di cibi e bevande, esiste già una circolare ministeriale, antecedente all’ordinanza firmata dal presidente Fedriga. La norma mi pare chiara, non si devono creare assembramenti. E comunque non credo si possa pensare di sanzionare qualcuno che beve un caffè o mangia qualcosa mentre sta camminando per strada, anche perché il caffè o il cibo potrebbe essere anche stato portato con sè da casa».

L'attività sportiva

Se sul divieto di consumo di alimenti e bevande all’aperto si è aperto un vero e proprio braccio di ferro, chiarezza è stata invece fatta sull’altro tema caldo: lo sport. Durante la conferenza stampa pre-ordinanza, il presidente Fedriga aveva anticipato che sarebbe stata messa temporaneamente la parola “fine” allo sport locale con la chiusura dei centri sportivi e il conseguente divieto di fare attività. L’ordinanza, almeno nella sua prima parte, sembrava in effetti dare adito a questa volontà. «Sono sospese le attività, compresi gli allenamenti, degli sport di squadra e di contatto», recita il testo firmato da Fedriga. Ma il completamento della frase contenuta nell’ordinanza – «così come previsto dall’art. 1, comma 9, lett. g) del richiamato Dpcm» – ha categoricamente smentito le iniziali intenzioni della giunta regionale. Perché? Perché contestualmente all’ultimo Dpcm il Ministero dello Sport ha dichiarato che «gli allenamenti per sport di squadra possono svolgersi in forma individuale, all’aperto e previo rispetto del distanziamento».

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Quindi? «Quindi non è cambiato sostanzialmente nulla: chi poteva fare attività in base all’ultimo Dpcm, potrà continuare regolarmente a svolgerla», conferma Demetrio Filippo Damiani, direttore dell’Agenzia regione cronache. Sul perché del dietrofront rispetto alla paventata chiusura dei centri sportivi annunciata da Fedriga al mattino, Damiani spiega: «Durante il pomeriggio vi sono state delle lunghe concertazioni con il Coni e con le Federazioni, motivo per il quale c’è stata una limatura rispetto a quanto annunciato al mattino dal presidente Fedriga».

Ermes Canciani, presidente della Figc Fvg, preso atto della decisione di non bloccare l’attività, non ha potuto nascondere la propria perplessità: «Pensavamo che la Regione fosse intenzionata a dare una stretta allo sport, cosa che assieme ai parigrado della Federazione italiana pallavolo, Alessandro Michelli, e della Federazione italiana pallacanestro, Giovanni Adami, avevamo recentemente caldeggiato in un accorato appello rivolto alle nostre rispettive società affiliate. A questo punto non posso che rinnovare il mio appello ai club del calcio regionale: per la salvaguardia della salute di tutti, fermate gli allenamenti».

Emblematico il caso del San Luigi, società calcistica con il maggior numero di tesserati nel territorio di Trieste: «Avevamo già comunicato alle famiglie lo stop forzato dell’attività perché le parole di Fedriga non lasciavano spazio ad interpretazioni, invece oggi saremo di nuovo in campo per riprendere gli allenamenti con i nostri giovani. Che dire? Tanto rumore per nulla». —


 

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