Orban scatena in Slovenia la sua “offensiva del calcio”

Dopo aver costruito per 4 milioni di euro un’Accademia del pallone a Lendava adesso acquista anche le terme per 9 milioni. L’alleanza con la destra di Janša
Il premier ungherese Viktor Orban
Il premier ungherese Viktor Orban

LUBIANA “L’offensiva del calcio” scatenata dal premier ungherese Viktor Orban verso i Paesi confinari, possibilmente dove vive una minoranza magiara, è oramai una strategia di influenza geopolitica che lo stesso primo ministro di Budapest conferma in un’intervista al Guardian. In altre parole: influire sulla politica del Paese con lo strumento del pallone. E questa volta “l’invasione” tocca alla Slovenia dove la minoranza ungherese gode anche di un seggio garantito al Parlamento di Lubiana.

Orban, come è solito fare, è sbarcato, soldi alla mano, a Lendava a Est di Murska Sobota (Nord Est della Slovenia dove vive la minoranza ungherese) creando un’accademia del calcio con strutture sportive annesse, ma ora vuole acquisire anche le prestigiose strutture termali della località. Non lui, ovviamente, ma qualcuno della pletora di tycoon magiari che vivono e prosperano sotto la sua potente ala protettrice, sostenuto però, nel caso sloveno, anche da capitale statale. Un’iniezione, si parla, di parecchi milioni di euro.

E a Lubiana è allarme rosso. Il capitale magiaro, infatti, per poter utilizzare le acque termali di Lendava dovrà ottenere, a norma di legge, una nuova concessione da parte dell’esecutivo sloveno non essendo la precedente trasmissibile per compravendita. E c’è già chi dice no. Come Vladimir Prebilič esperto di temi relativi alla sicurezza nazionale il quale precisa come Lubiana deve stare attenta anche agli investimenti ungheresi nelle infrastrutture slovene perché anche in questo caso si rientra nel tema della sicurezza nazionale. Per Prebelič sarebbe un errore che Budapest per una cifra irrisoria (300 milioni di euro per un’opera che costerà 1,4 miliardi) finanziasse la realizzazione del secondo binario della tratta ferroviaria Capodistria-Divaccia. Così facendo acquisterebbe il biglietto d’ingresso in Slovenia per poter esercitare, oltre che un influsso economico, anche spinte ideologiche.

L’acquirente di Terme Lendava sarebbe il fondo d’investimenti statale Comitatus che opera sotto l’ala del ministero degli Esteri di Budapest, che ha offerto all’attuale proprietario, la holding Sava, 9 milioni di euro. La proposta è stata accettata nell’ambito della politica di disinvestimento messa in atto da Sava. Ma, secondo i media indipendenti magiari, il fondo Comitatus non esiste e l’acquirente di Terme Lendava è la società Comitatus doo che si occupa di consulenze finanziarie e di gestioni patrimoniali, società che è controllata dalla holding di Stato Mnv (Magyar Nmzeti Vagyonkezelò Zrt) operativa sotto il controllo del ministero per lo Sviluppo nazionale. Il portale della holding Mnv, come scrive il Delo di Lubiana, conferma che investimenti simili sono stati attuati anche in Ucraina, Romania, Slovacchia, Croazia e Serbia (Vojvodina) per un total e di circa 80 milioni di euro. Nel solo complesso calcistico dell’accademia di Lendava sono stati investiti 4 milioni di euro.

Il mondo politico sloveno è in allarme. Tranne la destra del Partito democratico di Janez Janša (Sds) storico amico e alleato di Orban che, tramite alcuni “suoi” imprenditori ha anche finanziato la sua ultima campagna elettorale. Sta nascendo così, tra i calci a un pallone, il nuovo fronte sovranista balcanico. —


 

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