Orban consegna alla Serbia i tank di Putin
La fornitura bloccata ai confini rumeni è giunta lo stesso a Niš a bordo di vettori civili attraverso lo spazio aereo magiaro

BELGRADO Mosca e Belgrado hanno risolto il problema dei 30 carri armati T-72 modernizzati e dei 30 veicoli da combattimento corazzati Brdm-2 che la Russia ha donato alla Serbia e bloccati dalla Romania durante il transito per via dell’embargo contro Mosca dichiarato dall’Unione europea quale ritorsione per il fatti che stanno accadendo in Ucraina.
«I rumeni hanno bloccato il trasporto dei carri armati donati e dei veicoli da combattimento corazzati dalla Russia alla Serbia - aveva dichiarato nell’occasione l’ambasciatore serbo a Mosca, Miroslav Lazanski - non stanno permettendo il trasporto di questi veicoli attraverso il Danubio, sebbene le disposizioni della Convenzione non abbiano alcuna parte su cui si possa basare questa decisione di Bucarest». Lazanski aveva poi spiegato che il Danubio è una via navigabile internazionale e aveva sottolineato che la Serbia è membro della Commissione del Danubio, così come la Russia, come successore dell'ex Unione Sovietica. La Convenzione, entrata in vigore nel 1949, prevede la libera e aperta navigazione lungo il Danubio per l'Unione Sovietica, la Bulgaria, l'Ungheria, la Romania, l'Ucraina, la Cecoslovacchia e la Jugoslavia.
Secondo i media serbi, la Serbia ha accettato di ricevere i 30 carri armati T-72 dalla Russia nel 2015. Uno di questi è arrivato in Serbia a maggio di quest'anno, secondo i rapporti. Nel frattempo anche i 30 veicoli Brdm-2 sono arrivati in Serbia. Alla domanda su come Serbia e Russia abbiano aggirato l'embargo dell'Ue sulle acquisizioni di armi dalla Russia, il presidente serbo Aleksandar Vučić ha detto ai giornalisti, quando i veicoli militari sono stati messi in mostra nella città serba meridionale di Niš il 29 luglio scorso, che «sono caduti dal cielo».
Due giorni dopo, il portale “Politico” ha riferito che i veicoli della fornitura militare russa sono stati trasportati attraverso lo spazio aereo ungherese in un aereo civile per aggirare l'embargo dopo che la Romania aveva bloccato la spedizione. Il capo dello staff del primo ministro ungherese Viktor Orbán, Gergely Gulyás, ha sostenuto che la spedizione aerea è stata autorizzata a passare attraverso lo spazio aereo ungherese perché il carico non è stato trasportato su un aereo militare ma su un aereo civile, che non richiede un permesso speciale.
Un portavoce dell'Ue ha dichiarato a tale proposito: «Abbiamo visto i rapporti. Senza commentare i dettagli va detto che l'attuazione delle misure restrittive dell'Unione europea nei confronti della Russia è di competenza degli Stati membri dell'Ue». Il governo ungherese, che mantiene stretti legami con il Cremlino, nutre un forte interesse per i Paesi vicini dei Balcani. Budapest spera che il suo candidato alla Commissione europea che sarà guidata da Ursula von der Leyen, László Trócsányi, riceva il portafoglio incentrato sulla politica di allargamento dell'Ue.
Alla fine della vicenda il ministero della Difesa della Serbia ha dichiarato di non poter fornire informazioni sulle condizioni contrattuali in base alle quali sta acquisendo dalla Russia 30 carri armati T-72 modernizzati - che i funzionari hanno descritto come una donazione - senza ottenere il consenso di Mosca. «Non siamo in grado di fornire alcuna informazione - è stata la replica all’agenzia Birn - perché i dati che sono stati richiesti sono dati segreti stranieri, il che significa che sono stati affidati alla Repubblica di Serbia con l'obbligo di mantenerli segreti». Intanto però gli armamenti arrivano. —
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