Ora il Frecciargento salta Firenze anche all’andata e la protesta cresce
TRIESTE. Non c’è ritorno senza andata. La beffa, i viaggiatori che percorrono abitualmente in treno la tratta Trieste – Firenze, l’hanno scoperta alla vigilia del nuovo orario invernale, entrato in vigore domenica 15 dicembre. Inizialmente si erano accorti solo del fatto che la stazione di Santa Maria Novella, l’unica prevista in Toscana, era stata cassata nel viaggio del ritorno.
La nuova Frecciargento 9480 Roma-Trieste che sostituisce la vecchia 8448 adesso parte alle 16. 30 da Termini, si ferma anche a Tiburtina (una novità), ma poi salta Firenze e va dritta fino a Bologna, Padova, Venezia-Mestre, Trieste Airport e Trieste (arrivo alle 21.52). Solo in un secondo momento i viaggiatori si sono accorti che la stazione di Firenze è stata soppressa anche all’andata: la Frecciargento Trieste-Roma che adesso parte alle 6. 44 non ferma infatti a Santa Maria Novella nemmeno di mattina. Invariate le altre fermate, con l’aggiunta sempre di Roma Tiburtina.
Ciò non ha fatto che esasperare gli animi del “Comitato Firenze-Trieste 8448-8412”, che già alla prima notizia si era costituito lanciando una petizione su change.org per chiedere a Trenitalia e alle Regioni Toscana e Friuli Venezia Giulia di intervenire. Se l’assessore ai Trasporti Fvg, Graziano Pizzimenti, s’è subito detto pronto a discutere con il collega toscano Vincenzo Ceccarelli per cercare una soluzione, l’altolà adesso arriva schietto da Trenitalia. «Nell’ambito della revisione complessiva dell’orario invernale 2019-2020, predisposta dal Gestore dell’infrastruttura, Trenitalia ha inserito nella propria offerta commerciale alcuni collegamenti veloci con meno fermate intermedie e altri con più fermate». Una revisione che, «pur non volendo modificare l’offerta, ha portato alla conseguenza di lasciare invariato l’orario di partenza da e per Trieste modificando però le fermate intermedie».
I collegamenti fra Trieste e Firenze sono comunque garantiti attraverso un cambio treno a Bologna in circa 15 minuti, indora la pillola Trenitalia, anche se i viaggiatori avevano già lamentato, «con questa alternativa, un’ora di viaggio in più». Conti alla mano, Trenitalia ricorda come le Frecce siano «treni a mercato, a rischio d’impresa, in concorrenza con un altro operatore e senza contributi pubblici» con costi «a totale carico dell’azienda che deve garantirne la sostenibilità economica – doverosamente e responsabilmente – in base ai soli ricavi dei biglietti venduti».
I viaggiatori insorti replicano a stretto giro: «Le Ferrovie dello Stato, si chiamano così perché sono al 100% dello Stato, dimenticano troppo spesso che il “mercato” non può essere tirato in ballo solo quando conviene. Nella loro mission si parla esplicitamente di “cliente al centro”, non di “profitto al centro”. Tutti sanno inoltre che Rfi, il gestore della rete, fa parte dello stesso gruppo, situazione un po’ bizzarra nel garantire una limpida “concorrenza” con gli altri gestori. Diciamo che le Fs hanno il potere di fare sui binari il bello e cattivo tempo». «Ne prendiamo atto – chiosano – insieme a tutti coloro che anche dalla Toscana hanno riempito la Freccia 8448 fino ad oggi». La secca risposta di Trenitalia ha d’altronde già ridotto parecchio il loro margine d’azione. A meno che la politica non voglia fare la sua parte. –
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