«Ora è la Ginnastica triestina a rischiare danni»
TRIESTE «Sono rimasto deluso, mi sono vergognato e indignato per la bassezza del confronto e per il triste spettacolo messo in scena nel corso dell’assemblea da alcuni soci. Ho scoperto un ambiente pieno di invidie e veleni, rivalità tra sezioni, che poco ha a che vedere con lo sport e con il mio carattere». A poche ore dall’assemblea straordinaria della Ginnastica Triestina che ha sancito la revoca del suo mandato alla presidenza della storica polisportiva, Marco Fumaneri fa trasparire tanta amarezza.
Fumaneri, intercettando il clima che si respirava prima dell’assemblea, aveva preventivato un simile epilogo?
Per mesi abbiamo assistito a un comizio continuo di quatto istruttori davanti alle palestre. A quanto pare, hanno avuto seguito. In molti mi avevano chiesto di impedire quel tipo di attività, ma io sono un uomo di sport, ero orgoglioso nel 2016 di essere stato eletto presidente e pensavo di poter mettere la mia esperienza imprenditoriale a disposizione della Ginnastica Triestina, ma non conoscevo certi aspetti di questa società. Reputo delle vittorie l’aver chiuso due bilanci in positivo e sanato una realtà che rischiava di perdere persino la sua storica sede. Ma è giusto riconoscere anche che venerdì abbiamo perso. Avrei preferito che i soci che mi stanno mandando messaggi di solidarietà, si fossero presentati in assemblea a dire la loro. Così non è stato.
Chi ha partecipato, riporta di un’assemblea infuocata, con accuse pesanti nei suoi confronti.
In assemblea si è parlato solo di cattiverie, soldi, compensi, pagamenti. Qualcuno ha perso di vista il fatto che siamo un’associazione dilettantistica che impegna 220 mila euro all’anno in stipendi per gli istruttori, alcuni con terzi e quarti stipendi, che hanno già un lavoro e pretendono che la Ginnastica, oltre allo stipendio, paghi loro trasferte, costi di vitto e alloggio, quando una realtà dilettantistica dovrebbe reggersi in buona parte sul volontariato.
Cosa rimpiange?
Che sia stata persa l’occasione di moralizzare la Ginnastica Triestina, e tornare ai veri valori delle associazioni dilettantistiche. Ho sempre cercato di trasmettere il concetto di socialità e di polisportiva, la nostra arma vincente. Purtroppo, non tutti l’hanno colto.
Ha dovuto affrontare una situazione difficile, per le condizioni strutturali nelle quali versava la sede e per le questioni economiche. Cosa è stato fatto?
Abbiamo riportato l’utile di bilancio negli ultimi due esercizi, ridato credibilità alla Ginnastica Triestina nel mondo bancario pagando debiti arretrati. Abbiamo, tra l’altro, ristrutturato la sede, aumentato gli iscritti, ottenuto la fiducia di aziende che hanno investito 500 mila euro in sponsorizzazioni, dato la possibilità di fare sport a molti giovani che non potevano permetterselo. Ma l’ingratitudine di alcuni soci ha prevalso su questi risultati.
Si ricandida? Farà valere il parere dell’avvocato Valori che reputa l’assemblea non possa, da Statuto, revocare il suo mandato?
La delusione ora è ancora troppa per valutare cosa farò. Quello che mi sento di dire ai soci è di valutare i rischi e la pericolosità di un passaggio così repentino del testimone. Se all’assemblea elettiva dello scorso dicembre alla quale hanno preso parte solo 43 soci, si fosse presentato qualcuno con un’idea di risanamento, gli avrei consegnato le chiavi e lo avrei affiancato per consentire un passaggio graduale del testimone. Chi fa roboanti comizi non ha idea di cosa significhi gestire questa realtà, e con scelte sbagliate si rischia di vanificare tutto quello che è stato fatto. Riguardo al parere di Valori, spetta a qualche socio o a un gruppo di soci farlo valere, se lo ritengono opportuno. —
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