Opicina, la croce dell’obelisco torna a splendere
TRIESTE È tornata a illuminarsi, quando cala il buio, la croce dell’obelisco, simbolo della fede, eretto più di mezzo secolo fa lungo la strada che porta a Opicina, a breve distanza dal belvedere che guarda sul golfo. L’impianto, corroso dal tempo e dalle intemperie, era stato danneggiato da un fulmine.
I mariani di Trieste, gruppo di cattolici che si riconoscono in particolare nel culto della Vergine, avevano chiesto un intervento che garantisse l’illuminazione notturna della croce e i tecnici di Hera Luce, la società di illuminazione pubblica del gruppo Hera, detenuta da AcegasApsAmga, a sua volta controllata da Hera spa, hanno provveduto. La croce è così tornata a stagliarsi, dopo il tramonto, sul ciglione carsico e, nel pomeriggio di domenica 21, prima di Quaresima, l’area in cui è sistemata accoglierà, alle 15, i fedeli, per una solenne funzione celebrata da padre Luigi Moro, rettore del santuario di Monte Grisa.
La croce, realizzata in ferro, fu eretta, sotto la guida di don Mario Cividin, all’epoca cooperatore nella parrocchia di San Bartolomeo di Opicina, sulla roccia carsica, nel 1950 e, nel 1999, in previsione del grande Giubileo dell’anno 2000, fu rimodernata, per assumere la fisionomia attuale. Essa fu, per molti anni, la stazione di arrivo della Via Crucis che i fedeli di Opicina, unitamente agli scout, facevano svolgere il Venerdì Santo di ogni anno.
Dopo anni di dimenticanza, fu provvisoriamente illuminata, in occasione della visita del santo padre, Giovanni Paolo II, a Trieste, nel maggio del 1992. Si tratta dunque di un manufatto che ha le sue radici nelle tradizioni della chiesa e della città. «Ma la croce dell’obelisco – ha spiegato Salvatore Porro, portavoce del gruppo dei “mariani” di Trieste – non poteva rimanere abbandonata, dimenticata, assediata dalla ruggine, nascosta dalla vegetazione. Dopo una serie di sopralluoghi, fatti per verificare la possibilità di una sua ristrutturazione – ha precisato – è nato un comitato di persone decise ad avviare un’iniziativa capace di riportare la croce al primario splendore. La ristrutturazione – ha continuato Porro – è stata fatta a cura del Movimento mariano “Maria Regina della Pace”, sorto nel lontano 1986, che si è avvalso della collaborazione di vari soggetti, fra i quali l’amministrazione dei beni civici di Opicina e l’AcegasApsAmga».
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, l’incarico di riportarla all’antico splendore fu affidato allo studio Sbrizzai, che disegnò la nuova piagata a “U” e la quarta faccia, quella frontale, chiusa con una lastra di plexiglas trasparente. All’interno si trovano le fonti illuminanti che permettono la visione della grande croce anche di notte e da lontano. A breve, si provvederà anche alla sistemazione del breve sentiero che, dalla strada, porta alla base della croce. —
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