Operazioni in calo e tecnologie superate: così la Scuola di Pisa giudica la sanità del Friuli Venezia Giulia. Ecco cosa dice il report
TRIESTE Una sanità fuori bersaglio, quella del Friuli Venezia Giulia. In due terzi delle attività del settore sotto la lente della Scuola Sant’Anna di Pisa in un'indagine che fa emergere costi alti - inferiori solo a quelli delle Province di Trento e Bolzano - e non poche inefficienze, in particolare per quel che riguarda i tempi di attesa della chirurgia oncologica e l’appropriatezza diagnostica, i capitoli su cui il sistema sanitario regionale pare più in ritardo.
Il grafico che fotografa la situazione anche su altri aspetti del comparto è del Laboratorio MeS Management e Sanità dell'Istituto di Management della Sant'Anna, che annualmente – in questo caso sul 2021 – analizza le performance della sanità delle regioni e, mettendo insieme più di 450 parametri, le traduce attraverso il sistema Bersagli, che consente di comprendere a prima vista gli obiettivi centrati e quelli sui quali, invece, si deve correggere la mira.
Il lavoro svolto dal “Network delle Regioni”, che include su base volontaria Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto, Lombardia e Piemonte, oltre alle due Province Autonome di Trento e di Bolzano, non ha come conseguenza una pagella. Non emergono, almeno nella comunicazione della Sant’Anna, promossi e bocciati. Ma la sintesi dei risultati, messi a confronti con quelli degli altri territori, fornisce un quadro sulla qualità di un sistema sanitario. E non c’è dubbio che, guardando i Bersagli centrati, Veneto e Toscana guidano la truppa, mentre il Fvg, con un peggioramento su alcuni fronti nell’anno che avrebbe dovuto al contrario segnare la ripartenza dopo il 2020, sta nelle posizioni di coda.
Il contesto è quello di una sanità alle prese con la pandemia. A guardare il grafico, il Servizio sanitario regionale (Ssr) del Fvg ha faticato non poco. Nei colori, arancione e rosso, che corrispondono a una performance “scarsa” o “molto scarsa”, si posizionano sette indicatori. Ai tempi di attesa per un’operazione per patologia tumorale (con ripetuto sforamento dei tempi massimi) e all’appropriatezza della diagnosi, si aggiungono altre criticità: incremento delle degenze sia mediche che chirurgiche, tasso di vaccinazione anti Covid, assistenza sulle cronicità (viene citato il diabete), costo sanitario pro capite e servizi di prevenzione, igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro. Bersagli mancati che sono conseguenza del raffronto dei dati, alcuni dei quali – diffusi due giorni fa in conferenza stampa a Trieste dalle opposizioni – sono emersi nella presentazione dello studio in occasione di un seminario, lo scorso 10 giugno a Perugia.
Emerge così che in Fvg, nel secondo anno della pandemia, i volumi degli interventi chirurgici per tumore al retto sono calati del 24,6% (solo la Basilicata, con il -25%, fa peggio) e quelli per tumore al polmone del 14% (Umbria, Lombardia e Puglia sono alle spalle); e ancora che il costo sanitario pro capite (aumentato mediamente di 237 euro a cittadino italiano causa emergenza da coronavirus) è pari a 2.338 euro (2.968 a Bolzano, 2.531 a Trento), che a fine 2021 i vaccinati a ciclo completo erano il 76,3%, sedicesimo posto in Italia, che la frattura del collo del femore viene operata entro 48 ore nel 60% dei casi, mentre a Bolzano si sale all’83%, a Trento al 75%, in Piemonte al 72%, in Lombardia poco sotto il 70%.
A preoccupare è anche l’obsolescenza della tecnologia, con una percentuale superiore al 90% che fa del Ssr del Fvg il peggiore tra i territori monitorati.
La sanità regionale non va oltre la media (il colore è il giallo) in altre dodici attività. Tra queste vi sono le performance dei trattamenti oncologici, la ripartenza degli screening oncologici post Covid, la donazione di organi, la generale copertura vaccinale, il follow-up ambulatoriale, vale a dire il percorso verso la guarigione fatto di periodici controlli. In sostanza, il Fvg sta in zona media o sotto in 19 indicatori su 28. E mostra una qualità ottimale (colore verde scuro) solo su tre voci: pediatria, consumo di farmaci oppioidi, efficienza della prescrizione farmaceutica. Voto buono (colore verde) anche su dimissioni volontarie del paziente, ambito cardio-circolatorio, cure palliative e emergenza-urgenza.
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