Operazione trasloco per il pontone Ursus atteso dal restyling
TRIESTE L’Ursus trasloca. La storica gru ormeggiata in Porto vecchio sarà spostata in arsenale, nel bacino della Fincantieri, per un intervento di restauro. Il trasferimento è in programma già la prossima settimana, sempre che le condizioni meteo lo consentano. Da domani, in effetti, è previsto il ritorno della bora. Il passaggio in cantiere servirà innanzitutto per riparare le falle dello scafo che nei giorni scorsi avevano fatto imbarcare acqua. Senza il pronto intervento degli addetti dell’Authority, dei Vigili del fuoco e della Capitaneria, il pontone poteva affondare. Il rischio c’era.
Si tratterà comunque di una “migrazione” in grande stile e in qualche modo scenografica, seppur limitata a un paio di miglia, ma che durerà una quarantina di minuti: dobbiamo immaginarci la grande gru di ferro trainata e tenuta salda dai rimorchiatori che percorre un tratto del litorale, fino allo specchio di mare su cui si affaccia la Torre del Lloyd.
L’operazione necessita di un certificato di trasferibilità navale (richiesto dalla Capitaneria di porto ed emesso da un istituto ad hoc) preliminare al passaggio dal Porto vecchio al bacino di Fincantieri. Il certificato sarà accompagnato dalle prescrizioni sulle modalità tecniche e sulle misure da rispettare per le delicate operazioni di movimentazione. «Molto dipende dal meteo, perché se c’è la bora ovviamente con l’Ursus non si può navigare», conferma Fabio Rizzi, direttore di Porto Trieste Servizi srl ed ex responsabile della sicurezza dell’Autorità portuale. «Nei giorni scorsi, viste le forti raffiche, la gru è stata costantemente monitorata anche con l’aiuto degli ormeggiatori che ci assistono sempre. Ci sono stati sopralluoghi continui. Non si è verificato alcun problema: lo scafo ha tenuto. Ma ora per spostare da una parte all’altra del porto una struttura del genere, così vecchia, le condizioni meteo devono essere ideali». Oltre ai rimorchiatori di traino potrebbe servire anche la presenza di un sistema di pompaggio nel caso il pontone imbarchi acqua.
«Prima di tutto l’Ursus sarà ormeggiato nell’area di Fincantieri all’esterno del bacino di carenaggio – spiega ancora Rizzi –, appena il bacino sarà disponibile con spazi adeguati, si potranno iniziare i lavori. In quell’area sono molto attrezzati tecnicamente». In questa fase, come detto, l’intervento riguarda una prima ristrutturazione di emergenza, conseguente alle pericolose falle scoperte nei giorni scorsi.
L’allarme risale a due settimane fa, quando l’acqua di mare aveva iniziato a invadere lentamente parte del pontone, compresa la sala macchine. Sul posto, grazie a una segnalazione dei vigilantes in servizio all’interno dello scalo, erano intervenuti gli addetti dell’Authority, i Vigili del fuoco, la Capitaneria e la Polizia. Dopo una prima operazione di pompaggio, i tecnici si erano messi al lavoro per localizzare con precisione gli squarci e ripararli con l’installazione di alcune placche. La prima delle due spaccature dello scafo era stata scoperta con facilità, ma per localizzare la seconda è servito invece più tempo, rendendo indispensabile l’impiego dei tecnici subacquei. —
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