Operatori turistici contro la stangata Iva in Istria e Dalmazia

Il governo croato vuole aumentare l’aliquota dal 13 al 25% Levata di scudi di ristoratori ed albergatori: «Un suicidio»
Di Giovanni Vale

ZAGABRIA. Nella proposta di riforma fiscale appena presentata dal ministro delle Finanze Zdravko Mari„, si nasconde una brutta sorpresa per l'industria del turismo. A partire dal 1° gennaio 2017, l'Iva per i ristoranti e i servizi di catering passerà dal 13% al 25%. Un aumento consistente che ha fatto immediatamente reagire la categoria, decisa a chiedere delle spiegazioni al ministro del Turismo, l'ex sindaco di Lussinpiccolo Gari Cappelli. «Non possiamo credere che questo stia succedendo - ha dichiarato Nenad Sepak, il presidente dell'Associazione della ristorazione e del turismo - ma il fatto è che si tratta quasi di un accordo fatto, dato che le leggi saranno presto dibattute in Parlamento».

Ai microfoni dell'agenzia nazionale Hina, Sepak si è detto «dispiaciuto» ma al tempo stesso «confidente» che dei cambiamenti saranno possibili prima del voto finale, proprio grazie all'intervento di Gari. «Abbiamo moltissimi ristoranti, pasticcerie e altre attività che propongono cibo e tutti si aspettano che il ministro del Turismo impedisca queste nuove tasse e che mantenga le cose perlomeno com'era fino ad ora», ha concluso Sepak. Alle preoccupazioni del settore, l'ex primo cittadino di Lussinpiccolo ha risposto chiedendo tempo ed assicurando il suo sostegno. «Datemi una settimana per coordinare tutte le attività e parlare con le associazioni dei ristoratori, degli albergatori, dei gestori di campeggi e degli altri professionisti, così come con i ministri e in particolare con quello delle Finanze, poi, sarò in grado di dirvi di più», ha affermato la settimana scorsa Gari Cappelli, come riporta il portale economico Poslovni.hr. Insediatosi appena dieci giorni fa, Cappelli si trova già nella delicatissima posizione di mediatore tra gli interessi di una categoria che rappresenta un quinto dell'economia croata e le esigenze del bilancio statale, il cui deficit per quest'anno tocca il 2,7% del Pil e a cui si somma un debito dell'87,6% del Pil da riportare entro i parametri di Maastricht.

«Sappiamo qual è la situazione nel bilancio e dovremo tutti concedere qualcosa - ha ammesso Cappelli - ma il ministero del Turismo dialogherà con tutti i rappresentanti del settore e prenderà posizione sulle proposte fiscali". Oltre allo scatto dell'Iva dal 13% al 25% per i ristoratori, la nuova formula fiscale annunciata del governo Plenkovi„ prevede anche una leggera riduzione del tasso standard ad inizio 2018, quando si passerà dal 25% al 24%. Allo stesso modo, la quota agevolata del 13% (che resterà valida, ad esempio, per le bibite non alcoliche) scenderà al 12%, mentre scomparirà la terza fascia, oggi al 5%, applicata ai generi alimentari di base, ad alcuni prodotti farmaceutici e ai biglietti del cinema. Se approvata, la riforma apporterà dunque dei cambiamenti sostanziali nel paese, tanto che il portale Index avverte che la Croazia si ritroverà così con «l'Iva più alta del Mediterraneo»: «Altri paesi turistici come la Francia, la Spagna, l'Italia o l'Austria - fa notare il sito di informazione - hanno un'Iva ridotta al 10%». «Credo che la qualità del mercato croato stia crescendo e che potremmo vederne gli effetti tra qualche anno. Ma questa decisione va nel verso opposto», ha dichiarato a Index Zoran Pejovic, un ristoratore di Spalato.

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