Open day alla Sissa di Trieste, i Regeni a 500 ragazzi: «Ricerca strumento di pace»
TRIESTE La ricerca è uno strumento di pace, prezioso per superare barriere mentali e geografiche e per creare nuove opportunità per i paesi più poveri e le classi meno agiate.
È il messaggio che i genitori di Giulio Regeni, Paola e Claudio, hanno consegnato al “popolo” della Sissa e ai circa 500 studenti delle superiori che ieri hanno partecipato da remoto allo Student Day della scuola internazionale, l’ormai consueto appuntamento di orientamento organizzato nell’ambito del progetto Sissa for schools.
«Siamo onorati di essere i genitori di due ricercatori, Giulio e Irene. I team internazionali di ricerca possono essere un esempio importante per i politici, perché dimostrano come sia possibile, per persone di provenienze diverse, incontrarsi e condividere informazioni e obiettivi», ha affermato in particolare Paola Deffendi: «In queste ore non possiamo non pensare alla realtà, fatta di ricercatori russi e ucraini che lavorano nello stesso team. Sono colleghi e amici, mentre i loro governanti fanno la guerra».
La madre di Giulio ha ricordato le parole spese della senatrice a vita Elena Cattaneo a memoria del figlio e della sua tragica sorte. Ricordarlo, ha detto infatti Cattaneo, è un dovere per difendere la libertà di ricercare e informare. E i ricercatori sono come i caschi blu dell’Onu, diplomatici a servizio della scienza e dell’umanità: necessitano di una protezione particolare. «Se vorrete intraprendere il percorso di Giulio e Irene dovrete fare delle scelte nel vostro cammino: il nostro auspicio è che lottiate per superare le barriere mentali, per creare nuove opportunità per tutti. E chiediamo politiche per un giusto riconoscimento del lavoro dei ricercatori, per dare ai giovani la possibilità di programmare la propria vita futura», ha aggiunto Claudio Regeni, ricordando con la moglie il grande affetto del popolo giallo, che a distanza di otto anni dal barbaro assassinio di Giulio non dimentica e continua a chiedere verità e giustizia.
«Siate curiosi e lasciate libera la fantasia», è stato invece l’augurio di Andrea Romanino, direttore della Sissa, agli studenti che hanno partecipato alla giornata di ieri. Collegato dal padiglione Italia dell’Expo di Dubai nel giorno dedicato al Friuli Venezia Giulia, Romanino ha ricordato come «fare domande» sia «l’essenza stessa della scienza, le cui scoperte sono guidate dal desiderio di capire il mondo che ci circonda, carpirne i segreti e metterli a nostro servizio attraverso il progresso scientifico e tecnologico».
La Sissa, ha rammentato il direttore, è una scuola internazionale, in cui studenti e scienziati s’incontrano per cercare di comprendere ciò che non è ancora scritto sui libri, ma un giorno lo sarà. «Questo è fare ricerca e chissà che un giorno anche voi non facciate parte di questa grande comunità», ha concluso Romanino.
Paola Rodari, di Sissa Medialab, ha illustrato il programma della giornata, pensato per toccare con mano, pur virtualmente, ciò che si fa alla Sissa e per incontrare i ricercatori e le ricercatrici che costruiscono quotidianamente quella grande av
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