Omicidio Regeni, nuovo vertice al Cairo fra inquirenti
ROMA Nuova missione in Egitto per il pm di Roma Sergio Colaiocco, titolare dell’inchiesta sul sequestro, sulle torture e sulla morte di Giulio Regeni, il ricercatore 28enne di Fiumicello scomparso al Cairo il 25 gennaio del 2016 e ritrovato cadavere il 3 febbraio sulla strada che collega la capitale egiziana ad Alessandria. Il magistrato, assieme alla delegazione di investigatori di Ros e Sco, incontrerà oggi martedì 27 novembre gli omologhi della procura araba dell’Egitto per fare il punto sulle indagini.
Si tratta del decimo vertice tra inquirenti.L’ultima trasferta del pm Colaiocco risale alla metà dello scorso maggio, quando all’autorità giudiziaria italiana fu data la possibilità di assistere all’operazione di recupero delle registrazioni video delle telecamere di sorveglianza della stazione metro di Dokki dove fu agganciato per l’ultima volta il cellulare di Regeni; e di quella di El Bohoth, dove il ricercatore era diretto per prendere parte a una cena di compleanno.
Una copia di quanto recuperato (appena un 5% equivalente a circa 10 giga di dati) venne poi consegnata alla procura di Roma, ma le analisi tecniche non hanno portato a nulla di utile: non c’erano video né immagini di Giulio Regeni «all’interno o in prossimità di stazioni della linea 2 della metropolitana del Cairo» nei filmati registrati il giorno della sua scomparsa. Anzi, dallo studio tecnico di quel materiale emersero diversi "buchi" temporali la cui natura avrebbe dovuto essere oggetto di ulteriori approfondimenti.
Il pm Colaiocco sperava di individuare, nella fascia oraria tra le 19 e le 21 del 25 gennaio di due anni fa, non solo immagini di Regeni, ma anche una traccia concreta della presenza di nove soggetti, tra poliziotti egiziani e agenti del servizio segreto civile, compiutamente identificati nell’informativa e ritenuti in qualche modo coinvolti nel sequestro del ricercatore e nelle attività di depistaggio delle indagini scattate all’indomani del ritrovamento del cadavere.
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