Omicidio Regeni, gli egiziani consegnano agli investigatori italiani nuovi atti

Durante l'incontro tenutosi al Cairo. Massimo riserbo sul contenuto dei documenti che la Procura di Roma aveva richiesto

ROMA. Atti dell'indagine condotta dalla Procura generale del Cairo sulla morte di Giulio Regeni sono stati consegnati alla delegazione di investigatori italiani nel corso dell'incontro tenutosi oggi, domenica 8 maggio, nella capitale egiziana. Si tratta, secondo quanto trapela in ambienti di piazzale Clodio, di documenti la cui consegna era stata sollecitata per mezzo di una rogatoria dai pm romani all'indomani del fallito vertice tenutosi a Roma. Vertice i cui esiti avevano portato la Farnesina a richiamare immediatamente a Roma per consultazioni l'ambasciatore al Cairo Maurizio Massari.

C'è massimo riserbo, negli stessi ambienti di piazzale Clodio, sulla tipologia della documentazione in questione e sulla natura dello scambio di informazioni intercorso. La delegazione italiana, composta da funzionari del Ros e dello Sco, ha incontrato tre magistrati della Cooperazione giudiziaria della Procura Generale del Cairo.

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Giulio Regeni, il ricercatore di Fiumicello

Gli investigatori italiani rientreranno a Roma domani, lunedì 9 e il giorno successivo riferiranno, dopo aver consegnato gli atti, al procuratore Giuseppe Pignatone e al sostituto Sergio Colaiocco. Una valutazione della documentazione, che è in arabo, da parte dei magistrati non potrà però avvenire prima della loro traduzione.

Certo è che dalla valutazione dei documenti consegnati dagli inquirenti egiziani dipenderanno i prossimi passi che Roma farà sul caso Regeni. Il ricercatore originario di Fiumicello era scomparso al Cairo il 25 gennaio ed era stato ritrovato cadavere il 3 febbraio successivo. Fin da allora, dall'Egitto sono arrivati molte volte annunci e promesse di collaborazione con gli inquirenti italiani, ma nei fatti vi è stata una serie di depistaggi che hanno creato sull'Egitto una pressione sempre più forte a livello internazionale.

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