Omicidio Perez: accuse tra i due ex fidanzati

Sul caso riaperto dopo 12 anni, Valentina Cinquepalmi ha raccontato al pm Tripani che è stato il compagno di allora a spingere a terra l’anziana. Lui sostiene il contrario
Di Corrado Barbacini
Foto BRUNI TS 07 11 00 Il cadavere di Albina Brosolo Perez viene portato via
Foto BRUNI TS 07 11 00 Il cadavere di Albina Brosolo Perez viene portato via

Ha parlato per due ore davanti al pm Matteo Tripani e ha respinto le accuse con decisione. Valentina Cinquepalmi ha ripetuto ieri davanti al pm Matteo Tripani la sua versione dei fatti: «È stato Johnny Ausili, il mio compagno di allora, a uccidere Albina Brosolo Perez». E ha detto: «È vero, ero lì con lui nel palazzo di via Carducci, ma a uccidere l’anziana è stato Johnny».

Ma la sua dichiarazione è stata esattamente opposta da quella resa nelle scorse settimane da Jonatha Ausili, l’altro accusato dell’omicidio di 12 anni fa. In gran segreto il pm Matteo Tripani era andato a interrogarlo in carcere. Perché lo stesso Ausili, tramite il difensore, l’avvocato Luca Maria Ferrucci, subentrato alla collega Marina Rizzi, aveva fatto sapere al pm, dopo mesi di silenzio in carcere, di essere disposto a parlare, a raccontare quello che era accaduto nell’appartamento di via Carducci 28 dove, nel pomeriggio del 7 novembre del 2000, era stata uccisa Albina Brosolo Perez. E aveva puntato il dito contro la sua ex. Aveva dichiarato che Valentina l’aveva spinta quando aveva aperto la porta e poi che l’aveva strangolata.

E ieri mattina - presenti l’avvocato difensore Paolo Codiglia e un poliziotto della squadra mobile - Cinquepalmi ha ribatito la sua verità. Come se fosse in un confronto indiretto con l’altro accusato. Un confronto dove si rischia una condanna a trent’anni.

Ma dalla sua Valentina Cinquepalmi ha le dichiarazioni rese ai primi di novembre al giudice Laura Barresi in sede di incidente probatorio che diventeranno parte fondamentale del processo e che - ovviamente - non possono essere cambiate. E queste dichiarazioni altro non sono che accuse nei confronti dell'amico di allora. Insomma, le due posizioni processuali si stanno ancora lentamente ma inesorabilmente distanziando.

La donna ha ripetuto ieri: «Quel giorno siamo passati davanti allo stabile al numero 28». Johnny in quel momento ha avuto un'idea: «Adesso suono un campanello a caso e vediamo quello che succede». In quel momento Valentina e Johnny erano davanti alla casa di Albina Perez. Qualcuno ha aperto il portone e i due sono entrati nello stabile.

Continua ancora il racconto: «Mentre salivamo per le scale abbiamo notato un'anziana che aveva quasi raggiunto la propria abitazione (era Albina Brosolo Perez, ndr).

Johnny non ha detto niente ma mi ha fatto segno, portandosi l'indice davanti alle labbra, di stare zitta». L'anziana stava rientrando dopo aver fatto alcune commissioni in centro.

Nel frattempo la vittima era entrata nel suo appartamento e aveva chiuso la porta. «Johnny mi ha detto di suonare il campanello dell'appartamento. Io avevo tanta paura», ma l'uomo ha replicato «stai zitta non parlare fatti gli affari tuoi». E dopo qualche istante, suonato il campanello, Albina Perez ha aperto la porta.

Allora Ausili l'ha aggredita. Così ha ripetuto ancora Valentina: «Johnny l'ha spinta violentemente con due mani al petto e l'anziana è caduta all'indietro pesantemente a corpo morto e ha perso conoscenza. Per non gridare mi sono coperta la bocca e ho detto ad Ausili: “Cosa hai fatto”? Lui mi ha risposto: “Non ti preoccupare, è solo svenuta”». Ma Ausili ha detto esattamente il contrario. «È stata Valentina»

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