Omicidio di Limena, la verità di Battaglia: «Tre colpi e Franco è caduto. Poi l’ho guardato morire»

La ricostruzione dell’omicidio. Il triestino è accusato di aver ucciso il pensionato Franco Bergamin, ma ci sono dubbi sul racconto: la rottura del collo sarebbe stata subito fatale. Prima del fermo il 40enne ha rivelato a un’amica che sarebbe stato irreperibile

Edoardo Fioretto
Alessio Battaglia
Alessio Battaglia

Due schiaffi, un colpo al petto e Franco Bergamin è caduto a terra agonizzante, esalando gli ultimi rantolanti respiri. Il tutto mentre Alessio Battaglia, accusato del suo omicidio e del successivo occultamento di cadavere, sarebbe rimasto a guardare. Senza chiamare i soccorsi e, anzi, fuggendo dieci giorni più tardi in Friuli.

Da dietro alle sbarre il 40enne ha ricostruito così gli ultimi istanti di vita dell’uomo che da ormai un anno gli stava offrendo ospitalità nell’abitazione di Limena, al civico 4 di via Papa Giovanni XXIII. Le rivelazioni dell’indagato aprono così la possibilità di derubricare le responsabilità a un omicidio preterintenzionale, ossia che il 40enne non avrebbe agito con l’obiettivo di uccidere. Ma la versione non convince del tutto gli inquirenti.

La ricostruzione dell’indagato

La lite, secondo il racconto di Battaglia, sarebbe avvenuta per questioni economiche. Lo ha riferito in carcere, durante l’udienza di convalida del fermo di fronte al gip Laura Alcaro e al pm titolare dell’inchiesta, Marco Brusegan.

Più precisamente l’animosità tra i due è nata per la divisione delle spese di gestione dell’appartamento, in cui il presunto assassino viveva con il pensionato proprietario dell’immobile. Per fare chiarezza sul movente la procura ha richiesto accesso agli estratti conto bancari della vittima e dell’indagato.

Convivenza difficile

La convivenza era iniziata circa un anno fa, quando Battaglia ancora stava con una fidanzata del Padovano: la coppia viveva però una vita separata, tanto che la donna è stata nell’abitazione di Limena solo un paio di volte. Poi, la rottura, avvenuta lo scorso novembre, e la nuova relazione con una triestina in dicembre.

Da quel mese la nuova compagna è andata a convivere con Battaglia in via Papa Giovanni XXIII. Il pensionato si sarebbe però accollato le spese di tutti e tre, tanto da creare tensione in casa. Fino al periodo di Natale, quando tra Battaglia e Bergamin sono iniziati i primi litigi.

Il tragico epilogo

Il culmine è arrivato il 22 febbraio, quando una sera tra i due riaffiora la questione economica, probabilmente per delle bollette troppo salate. Battaglia si rifiuta di farsene carico, Bergamin minaccia di cacciarlo di casa. La lite è furibonda. «Gli ho tirato due schiaffi... poi un colpo al petto... ed è caduto», ha ammesso agli inquirenti.

«Una volta a terra ha iniziato a rantolare», ha poi aggiunto il reo confesso, spiegando di essere rimasto ad aspettare che l’anziano tirasse l’ultimo respiro prima di nascondere il corpo nell’armadio e prendere le varie precauzioni per sviare le proprie responsabilità. Infine la fuga in treno, prima a Trieste e poi a Monfalcone.

I dubbi sulla versione

Il racconto di Battaglia potrebbe essere confermato o confutato dall’esito finale dell’autopsia del medico legale Antonello Cirnelli, che arriverà entro i prossimi 60 giorni.

Dagli esiti iniziali un dettaglio sembra però già mettere in crisi la versione dell’indagato: la torsione e frattura di quattro vertebre cervicali indicano una possibile azione omicidiaria, meno compatibile con i traumi da caduta. C’è poi da spiegare la frattura di una vertebra, simile alle conseguenze di un calcio tirato a un corpo esanime in terra. Vi è poi la decisione di non chiamare i soccorsi e la fuga in Fruili-Venezia Giulia, dove è stato rintracciato .

I punti d’ombra

Sembra invece esclusa la complicità della fidanzata che, nonostante fosse stata nell’abitazione con il corpo in decomposizione per diversi giorni, non ha avuto alcun ruolo nella vicenda. Per gli inquirenti le sue fragilità pscio-fisiche non le avrebbero permesso di capire cosa fosse successo in casa. Una circostanza che al momento ha convinto gli investigatori a non iscriverla nel registro degli indagati.

Alessio Battaglia, poche ore prima della cattura a Monfalcone, aveva riferito a un’amica che quella sera sarebbe stato irreperibile: sebbene non confermato, è possibile che si stesse preparando a lasciare la città giuliana. Martedì 11 marzo è atteso il nullaosta per i funerali di Franco Bergamin che si svolgeranno a Tremignon. 

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