Omicidio Menicali, la vedova: «Preferisco i giudici sloveni»

Lo sconforto della donna dopo l’uccisione del promotore finanziario: «Gli sloveni saranno più severi». Il 25 luglio la data-limite per la probabile estradizione dei due bosniaci ora in cella nel Montenegro

di Corrado Barbacini

La data limite è quella del 25 luglio. Entro quel giorno Zlatan Bragojievic e Liljiana Dalic, i due 31enni presunti assassini del promotore finanziario Roberto Menicali, dovrebbero essere estradati a Lubiana dal Montenegro. «Saranno tempi brevi», lasciano intendere negli ambienti della polizia slovena. Danno ormai per certa l’estradizione dei due serbo-bosniaci e il conseguente processo che dovrebbe essere celebrato a Nova Gorica. Ma del fatto che la Procura di Trieste non abbia chiesto fino a ieri l’estradizione dei due presunti assassini, bloccati a Podgorica lunedì scorso anche sulla base delle indicazioni degli investigatori della Squadra mobile, alla vedova del promotore finanziario non interessa. Anzi. Afferma secca Sabina Menicali: «Spero che siano processati in Slovenia. Sicuramente gli sloveni saranno più severi degli italiani». E poi si lascia andare: «Tanto quei due non pagheranno mai abbastanza...». Le sue parole sono intrise di dolore, amarezza e sconforto. Soprattutto ora, con la prospettiva sempre più concreta di un processo per omicidio in Slovenia. Nei giorni scorsi il procuratore Michele Dalla Costa aveva lasciato intravedere qualche possibilità di chiudere la vicenda in Italia. Ma ora di fatto le norme internazionali bloccherebbero questa eventualità che, dicono al palazzo di Giustizia, potrebbe forse essere possibile solo con un intervento del ministro.

Zlatan Bragojievic e Liljiana Dalic sono intanto rinchiusi nel “carcere per l’estradizione”, come viene definita la struttura che si trova nella capitale del Montenegro. Nei giorni scorsi sono stati interrogati dal giudice di quel Paese che ha notificato loro il provvedimento di arresto giunto dalla Slovenia una settimana prima.

La richiesta si basa su una serie di gravi elementi indiziari conseguenti al ritrovamento del cadavere in una strada bianca vicino a Opacchiasella. Il primo è costituito dall’immagine estratta dal filmato delle telecamere del distributore Petrol di Sesana a circa 500 metri dal confine di Fernetti. Porta la data di domenica 19 giugno, il giorno della scomparsa. C’è Menicali che sta andando a pagare, dietro di lui si nota chiaramente la fisionomia di Zlatan Bragojievic: è in piedi vicino alla colonnina della benzina. La donna è invece seduta in macchina.

Poi ci sono le tracce elettroniche lasciate dai telefonini sia del promotore che del presunto assassino. Il terzo elemento è costituito dalle immagini delle telecamere dei bancomat sia di Nova Gorica che di Novo Mesto, dove Bragojievic aveva tentato di prelevare denaro utilizzando la tessera di Menicali (senza riuscirci: non conosceva il codice pin). A questi elementi si aggiungono alcune testimonianze individuate proprio dagli investigatori della Mobile di Trieste.

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