Omicidio Giraldi, Fiore entra in carcere
Arrestato in Slovenia l’uomo condannato per il delitto del tassista. Confermata in Cassazione la condanna a 12 anni
Lasorte Trieste - 23 11 03 - Omicidio Tassista - Taxi - Carabinieri
TRIESTE Alla fine il conto della giustizia è arrivato. Il quarantaseienne Antonio Fiore, accusato di concorso nell’omicidio del tassista Bruno Giraldi, è andato in carcere. Il delitto era avvenuto ben sedici anni fa. Fiore, arrestato in questi giorni in Slovenia, deve ora scontare dodici anni di reclusione.
La cella si è aperta in questi giorni, dopo il pronunciamento della Cassazione. A fine giugno, infatti, la Corte suprema aveva respinto il ricorso presentato alla sentenza di condanna della Corte d’Appello emessa l’anno scorso. La Cassazione aveva confermato i dodici anni.
La sentenza ha messo dunque un punto fermo sul delitto che si era verificato la notte del 23 novembre 2003.
Come riportano le cronache dell’epoca, Bruno Giraldi era stato ucciso con un colpo di pistola nelle vicinanze del Canale Navigabile, in Riva da Verrazzano, a bordo del suo taxi.
La condanna a dodici anni era stata pronunciata in Appello nel 2018. La pena, decisa dopo quattro ore di Camera di Consiglio, ricalcava quanto stabilito nel 2017 a termine del processo di primo grado (in rito abbreviato) dal giudice Giorgio Nicoli. Il giudice aveva di fatto accolto le richieste formulate dai pm Federico Frezza e Lucia Baldovin, i due magistrati che in quegli anni avevano diretto la complessa inchiesta investigativa.
In prima battuta il giudice Nicoli aveva condannato Fiore (difeso dall’avvocato Giovanna Augusta de’ Manzano) a quindici anni di reclusione, ma aveva condonato tre anni in forza di una specifica norma applicata automaticamente visto che il delitto era stato commesso quattordici anni prima.
L’indagine era approdata a una svolta clamorosa dopo che gli investigatori della Squadra Mobile e dei Carabinieri erano riusciti a risalire a Fiore. Era accaduto a distanza di anni, nell’agosto del 2014. E in modo piuttosto rocambolesco: gli agenti avevano scoperto che la pistola usata per uccidere Giraldi, una Beretta 7.65 dalla matricola abrasa, era proprietà di Fiore, noto negli ambienti dello spaccio cittadino con il soprannome di “Anton”.
L’arma era spuntata nella casa del quarantaseienne Silvano Schiavon, perquisita dai Carabinieri nel corso di un’indagine per droga.
Grazie agli accertamenti dei Ris di Parma era stato possibile collegare la rivoltella al delitto Giraldi. L’inchiesta era quindi proseguita con una perizia balistica: gli accertamenti avevano dimostrato che il bossolo calibro 7,65 mm Browning, cioè proprio quello che aveva ucciso Giraldi, proveniva dalla Beretta modello 70 calibro 7.65. Il bossolo era stato esploso da quell’arma durante una lite tra lo stesso Giraldi e Fiore per il pagamento della corsa in taxi. A quel diverbio aveva assistito Fabio Buosi, ritenuto inizialmente l’autore del delitto e già condannato. —
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