Omicidio del tassista: Buosi in libertà da giugno

Il Tribunale di sorveglianza respinge l’istanza di revoca dei domiciliari ma l’ex cameriere accusato del delitto Giraldi è agli ultimi mesi di detenzione
Fabio Buosi
Fabio Buosi

Detenuto fino all’ultimo giorno. Nessuno sconto di pena per Fabio Buosi, 40 anni, l’uomo condannato nel maggio del 2007 dalla Corte d’Assise d’Appello a 18 anni per l’omicidio del tassista Bruno Giraldi avvenuto nel 2003 e per il reato di calunnia.

Lo ha deciso il Tribunale di sorveglianza presieduto da Antonella Giuliana Magnavita. I giudici del collegio hanno rigettato l’istanza del difensore l’avvocato Sergio Mameli per ottenere la revoca dei domiciliari ai quali Buosi è costretto dal mese di marzo dello scorso anno dopo aver scontato un lungo periodo prima al Coroneo e poi al carcere di via Due Palazzi di Padova.

Taxista assassinato, chiusa l’indagine bis

Il fine pena per Buosi scade il prossimo 27 luglio. Ma di fatto l’ex cameriere potrà considerarsi libero già il prossimo 11 giugno. «Da qualche settimana - spiega l’avvocato Mameli - ha iniziato a lavorare. Esce tutti i giorni da casa in via Schiapparelli dove abita assieme ai genitori e poi rientra regolarmente alla sera».

Ma deve comunque rispettare gli obblighi previsti dalla vigilanza affidata alla Questura. Lo farà, dopo la pronuncia del tribunale di sorveglianza, fino al prossimo 11 giugno. Poi finalmente avrà pagato il suo debito con la giustizia.

La pena che il cameriere ha praticamente scontato è stata comunque vistosamente ridimensionata: tre dei 18 anni sono stati cancellati dall’indulto del 2005. Inoltre per ogni anno passato agli arresti - non importa se in cella o ai domiciliari - la legge in caso di buona condotta del condannato ne abbuona tre.

Fabio Buosi era stato arrestato nel dicembre del del 2003 e i conti sono presti fatti. Ha già “guadagnato” un bonus di altri 24 mesi forse anche di più. Va aggiunto che dal momento del primo arresto fino all’aprile del 2008, quando è stato trasferito a Padova, l’ex cameriere ha vissuto per la quasi totalità del tempo nell'abitazione di famiglia in cui era ristretto ai domiciliari.

Omicidio Giraldi, Buosi a casa dopo 7 anni

Buosi si è comunque sempre proclamato innocente anche se una intercettazione telefonica effettuata nelle prima fase dell’inchiesta lo ha messo con le spalle al muro. In un colloquio con la mamma - ascoltato dai carabinieri - ha ammesso di essere stato a bordo del taxi all'interno del quale era stato ucciso Bruno Giraldi. Secondo i giudici della Corte di Cassazione, che hanno confermato l’apparato accusatorio messo a fuoco dal pm Federico Frezza e dai suoi investigatori, l’imputato si è rovinato con le proprie mani. Ha parlato a sproposito, ha accusato due innocenti e ha fornito così ai magistrati le prove della sua colpevolezza.

Intanto sono state chiuse le indagini preliminari riguardo l’inchiesta parallela. Quella riguardante Antonio Fiore, 41 anni, conosciuto con il soprannome di Anton e ritenuto dai pm Federico Frezza e Lucia Baldovin l’altro responsabile dell'assassinio del tassista Bruno Giraldi.

Nello scorso novembre Fiore è uscito dal carcere in forza di un provvedimento del tribunale del Riesame - al quale si era appellato il difensore Giovanna Augusta de' Manzano - in cui, nero su bianco, i giudici del collegio hanno ribadito la mancanza di prove a suo carico scrivendo che le indagini non avevano fornito «gli elementi sufficienti per pronosticare la condanna dello stesso Fiore».

Lo stesso avvocato de’ Manzano nello scorso marzo ha depositato una memoria come previsto dall'Avviso di conclusione delle indagini preliminari dei pm Federico Frezza e Lucia Baldovin a carico di Fiore. I punti fondamentali affrontati dal difensore sono stati quelli relativi all'arma del delitto, una pistola Beretta 7,65, e alle dichiarazioni dell’accusatore, Antonio Forgione.

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