Omicidi, ancora tre casi irrisolti a Trieste

Mai trovati gli assassini della maga Malika, dell’ispettore Franceschini e di Alma Prasel

La maga Marina Sever in arte Malika, l’ispettore di polizia Arnaldo Franceschino, l’anziana non vedente Alma Prasel Stamatis: sono le vittime dei tre più clamorosi casi irrisolti degli ultimi decenni di cronaca nera triestina. I loro assassini non hanno mai avuto un nome.

Era il pomeriggio del 27 gennaio del 2006 quando qualcuno con un coltello dalla lama di 20 centimetri colpì a morte Alma Prasel, non vedente di 64 anni, nella sua casa di via Pecenco 4 dove viveva da sola. Il cadavere riverso sul pavimento venne rinvenuto da un'amica tre giorni dopo il delitto, dopo che il marito della vittima, Giorgio Stamatis, medico residente in Grecia, per due giorni aveva tentato invano di farsi rispondere al telefono per dui aveva lanciato l’allarme. Il 22 maggio del 2000 fu trovato il corpo senza vita di Arnaldo Franceschino, 76 anni, ispettore di polizia in pensione scomparso da casa tre mesi prima. I suoi resti vengono scoperti in un terreno nei pressi di Banne. i cranio è sfondato in due punti. La sua auto, una Panda, venne invece ritrovata parcheggiata in via Belpoggio, vicino a una sede dei servizi segreti militari. Risalendo indietro nel tempo, scalpore destò l’assassinio di Marina Sever in arte «maga Malika», uccisa a martellate e forbiciate il 5 novembre 1997 nel suo appartamento studio di via Flavia. I vicini la sentono gridare, muore in vestaglia e bigodini. Si cerca un giovane con i capelli lunghi, poi una donna. Ma gli inquirenti non arrivano a nulla. Altrettanto si può dire per Susanna Chicco, strangolata nell’aprile 1996 nella sua soffitta di via del Bosco. Aveva 33 anni, cercava amici occasionali attraverso gli annunci fatti pubblicare su un settimanale. Dapprima viene arrestato il giovane che aveva trovato il cadavere, poi viene coinvolto nell'inchiesta sull'omicidio un poliziotto della squadra volante. Entrambi ne escono scagionati del tutto. È rimasta senza un colpevole anche l'inchiesta sull'omicidio di Giuseppe Canziani, ucciso il 4 febbraio 2001 nella sua casetta di San Dorligo della valle. Per sei anni i nomi dei suoi incolpevoli nipoti erano rimasti iscritti nel registro degli indagati. A 12 anni di distanza è stato invece risolto il caso di Albina Brosolo Perez, 77 anni, uccisa nel novembre 2000 nella sua casa di via Carducci 28. Per quel delitto nel maggio scorso la Corte d’appello ha condannato a 10 anni e 8 mesi Valentina Cinquepalmi e a 10 anni Jonatha Ausili: sono stati identificati grazie alle impornte digitali lasciate sul campanello e sulla maniglia.

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