Omicida italiano fuggito da Benevento catturato a Zara

L’uomo, Paolo Messina, dopo la condanna è scappato a bordo di una moto. Aveva ucciso l’imprenditore Rosiello 

ZARA. Erano le 13 di giovedì quando il 35enne beneventano Paolo Messina si è visto improvvisamente piombare in casa, in via Mihovil Pavlinović a Zara, un gruppo di agenti della Criminalpol e della polizia speciale. L’italiano, condannato in patria a 25 anni di carcere per l’uccisione dell’imprenditore Antonello Rosiello, è stato immobilizzato senza problemi, sorpreso dalla fulminea azione delle forze dell’ordine croate.

È stata così posta fine alla latitanza, durata 23 giorni, di Messina che era fuggito in Croazia dopo la sentenza di condanna. Il beneventano era sfuggito all’ordine di custodia in carcere emesso a seguito del verdetto di colpevolezza, pronunciato il 31 ottobre scorso dalla Corte d’ Assise.

CROAZIA: BOMBA A AMBASCIATA GB; MESIC, E' ATTO TERRORISTICO Croatian police guard the sealed-off site of a bomb blast outside the British embassy in Zagreb, Croatia, on Monday 19 September 2005. An explosive device detonated on Monday in the mail room at the British embassy in Zagreb, injuring one person slightly, the embassy said. According to an embassy spokesperson, the device, which Britain's Sky News channel described as a letter bomb, exploded at 7.30am (5.30am GMT). ANSA/ANTONIO BAT /TO
CROAZIA: BOMBA A AMBASCIATA GB; MESIC, E' ATTO TERRORISTICO Croatian police guard the sealed-off site of a bomb blast outside the British embassy in Zagreb, Croatia, on Monday 19 September 2005. An explosive device detonated on Monday in the mail room at the British embassy in Zagreb, injuring one person slightly, the embassy said. According to an embassy spokesperson, the device, which Britain's Sky News channel described as a letter bomb, exploded at 7.30am (5.30am GMT). ANSA/ANTONIO BAT /TO

Aveva fatto perdere le proprie tracce, scappando all’estero per rifarsi una vita e la Croazia – secondo gli inquirenti – sarebbe stata solo una tappa intermedia. L’omicida, prima di raggiungere Zara, aveva toccato Fiume e quindi si era diretto in Dalmazia. Sempre in moto. Messina, imprenditore nel settore dell’impiantistica da riscaldamento, è ora in carcere a Zara in esecuzione al mandato d’arresto europeo firmato dalla Corte d’assise di Benevento.

Subito dopo la cattura, è stata perquisita l’abitazione dell’italiano che si trova a pochi metri in linea d’aria dala commissariato di polizia. All’interno sono stati rinvenuti due passaporti italiani contraffatti, 18 mila e 500 euro, diverse schede sim, cellulari, un quantitativo modesto di hashish e marijuana, gioielli in oro e orologi di lusso, il tutto posto sotto temporaneo sequestro dalla polizia croata.

La Procura statale dalmata lo ha denunciato per contraffazione di documenti ufficiali e la detenzione di sostanze stupefacenti. Da quanto fatto sapere da Zara, sono stati compiuti i primi passi del procedimento che porterà all’estradizione dell’ex latitante in Italia. È stata un’operazione condotta dalla Questura di Zara, dalla Direzione nazionale di polizia, dalle unità speciali di polizia di Spalato, assieme ai colleghi italiani. Infatti all’operazione hanno assistito come ufficiali di collegamento anche due poliziotti italiani. Secondo quanto rilevato ieri dal procuratore Aldo Policastro, dal questore Giuseppe Bellassai e dal capo della Squadra Mobile, il vicequestore Emanuele Fattori, la latitanza del fuggitivo non è stata organizzata in solitudine. Serve dunque, hanno concluso, una rete di contatti, di complici. Sia gli inquirenti italiani che quelli croati sono già impegnati nell’individuare un’eventuale rete di fiancheggiatori.

Peraltro ad avvalorare questa tesi è che Messina aveva anche la disponibilità di una moto di un’altra persona, stando a quanto scoperto dalla polizia. Il beneventano, come già detto, era stato condannato a fine ottobre a 25 anni di reclusione per l’omicidio volontario – peraltro confessato – di Antonello Rosiello, ucciso a colpi di pistola nelle prime ore del 25 novembre del 2013.

Quella inflittagli era di 5 anni inferiore a quella proposta dal pm Miriam Lapalorcia, che aveva anche chiesto un’ordinanza di custodia cautelare adottata dalla Corte subito dopo il verdetto. Messina non era in aula al momento della lettura della sentenza, scomparso, volatilizzato. Da qui il mandato d’arresto europeo. «È stato un lavoro di squadra intensa – ha rilevato il procuratore Policastro – Procura, Squadra Mobile, Interpol e la polizia croata hanno lavorato in modo affiatato, tanto da arrivare ad un risultato immediato».

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