Oltre cento persone in fila dai frati di Montuzza

Molto affollata anche il giorno di Pasqua la mensa dei Cappuccini. Padre Silvano: «Ormai siamo in emergenza, abbiamo bisogno di altre risorse. Troppe richieste»
Di Francesco Cardella
Paolo Giovannini, Trieste, 31/03/2013, mensa per i poveri dei frati di Montuzza.
Paolo Giovannini, Trieste, 31/03/2013, mensa per i poveri dei frati di Montuzza.

Le richieste aumentano, le risorse scarseggiano, la speranza resiste. La Pasqua più fredda a Trieste degli ultimi anni porta alla luce non solo la lenta carburazione della primavera ma pure la grave situazione in atto alla mensa dei frati Cappuccini di Montuzza, lo storico approdo quotidiano per extacomunitari e meno abbienti. Quel che passa il convento potrebbe a breve non bastare. Lo confermano i picchi di affluenza quotidiano nella sede di via Capitolina 14 e quanto registrato nella festività pasquale del 31 marzo, con oltre un centinaio (abbondante) di pasti serviti all'ora canonica delle 11.30. Cifre in aumento dunque. Sino a Natale, l'utenza media giornaliera si aggirava attorno alla settantina di presenze, quota nel complesso gestibile, grazie anche alla forza collaterale dei volontari.

Domenica di passione quindi per i frati e per gli stessi i volontari di Montuzza, tuttavia in grado ancora di nobilitare il pasto caldo pasquale con un menù niente male, disegnato da un primo di pappardelle al ragù di manzo, scaloppine di pollo, patate arroste, dolce e frutta; l'alcol, secondo tradizione, è come il Paradiso, può attendere. Il problema al momento non corrisponde alla qualità o al senso di un “ ottimo e abbondante”, si lega piuttosto al tema della sopravvivenza del servizio, un caposaldo storico della assistenza cittadina messa anche essa in crisi: «Possiamo dirlo, siamo oramai in emergenza – attesta senza mezzo termini Padre Silvano, anima della mensa dei Cappuccini di Montuzza – Abbiamo abbondantemente superato le centinaia di richieste e questo non succede solo a Pasqua ma purtroppo abitualmente. Si continua nell'impegno e nel lavoro, questo sì, cercando anche di interagire con la Caritas locale ma il problema – ha aggiunto il religioso - sta crescendo sempre di più». Cresce e si ramifica sotto varie voci. Non si tratta dell'aspetto epocale della “ nuova povertà”, quanto di una consolidata frangia cittadina animata non soltanto dalle presenze di soggetti extracomunitari. Non mancano i giovani, poche nel complesso le donne, più propense, pare, ad arrangiarsi in campo lavorativo; vedi il ruolo di badante, sempre in voga.

C'è dell'altro. Alla porta del convento di San Giusto le richieste non vengono oramai formalizzate solo sotto forma di pasti caldi: «Purtroppo no – conferma ancora Padre Silvano – i bisogni sono tanti e da noi arrivano molteplici richieste di aiuto, anche quelle, ad esempio, per il pagamento di bollette, altra forte urgenza a cui non riusciamo spesso a fare fronte. Il momento è realmente difficile, anche per noi, anche se non possiamo certo fermarci». Le soluzioni? Quelle di sempre, semplici ma non sempre attuabili, partendo intanto dalla necessità di sensibilizzare ulteriormente la cittadinanza. Ecco dunque i titoli di coda della Pasqua diventano vetrina utile per l'appello dei frati di Montuzza, desiderosi solo di perpetuare il servizio: «Ogni piccolo aiuto diventa a questo punto molto importante – chiosa Padre Silvano – Cosa serve? del cibo o anche piccole elargizioni possono darci veramente una mano in questo momento di crisi generale. Per farlo si può venire da noi in via Capitolina 14 o telefonando allo 040 – 638064”. Tutti i giorni.

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