Okinawa e il segreto dei suoi ultracentenari

È ad Okinawa, arcipelago delle isole giapponesi, che si detiene il record mondiale di centenari ed ultra-centenari, dove invecchiare bene è la regola. Malattie come cancro, sclerosi, Alzheimer, hanno...

È ad Okinawa, arcipelago delle isole giapponesi, che si detiene il record mondiale di centenari ed ultra-centenari, dove invecchiare bene è la regola. Malattie come cancro, sclerosi, Alzheimer, hanno un'incidenza bassissima, ed è per questo che ricercatori di tutto il mondo studiano da tempo la popolazione proprio per coglierne i segreti, e cercare di esportare la "ricetta della longevità".

Gli studiosi ritengono che il fenomeno si debba ascrivere, oltre che alla genetica, all'alimentazione moderata, varia, ricca di verdure e di sostanze anti-ossidanti. Effettivamente, però, tutto ciò che i Giapponesi mangiano non è altro che la versione asiatica della nostra dieta mediterranea.

Un proverbio di Okinawa dice "Nuchi gusui", cioè "Il cibo deve nutrire la vita".

I centenari si prefiggono di variare i cibi preferendo quelli di origine vegetale, infatti mangiano 206 cibi diversi, di consumare cinque o più porzioni di frutta e verdura al giorno, sei o più porzioni di cibi a base di cereali integrali, di fare in modo che i carboidrati costituiscano il fondamento della dieta (55% delle calorie totali), di limitare gli zuccheri semplici e il consumo di grassi al 30% o meno delle calorie totali, così come l'utilizzo del sale a meno di 6 grammi al giorno (3 cucchiaini).

La quantità di riso è poi inferiore a quella utilizzata nel resto del Giappone, mentre il consumo di pesce è il doppio.

La predominanza di pesce e di altri prodotti del mare ha origine nel passato, quando la carne non veniva utilizzata per motivi religiosi. Oggi sono consumate carne di maiale e bovina, ma solo in piccole quantità.

Altri fattori sono però fondamentali per il raggiungimento della longevità, quali vivere in un ambiente non inquinato, fare attività fisica, coltivare interessi ed avere una mentalità positiva; lo stress è infatti deleterio per il nostro organismo.

Un termine molto usato ad Okinawa è "yuimaru": una vera e propria sorta di "credo" tra i centenari, per esprimere il loro senso di appartenenza alla terra, il sapere di essere ancora necessari, la voglia e la motivazione di continuare a vivere .

In virtù di questo insegnamento, l'impegno dell'uomo oggi deve quindi fondarsi sulla scelta delle abitudini alimentari, se vuole intervenire sul benessere e sulla qualità della vita: dieta, geni, e stile di vita infatti interagiscono tra loro.

Molti centenari possiedono i "geni buoni" come il gene "Foxo3", il quale aiuta il raggiungimento di un' età avanzata. Prendendo però in esame due individui a parità di genetica, è stato dimostrato che quello con "cattivi" geni, che però segue una buona alimentazione, e uno stile di vita adeguato, vive di più rispetto a chi ha la fortuna di possedere i geni "buoni" ma segue una dieta malsana.

E' quindi nella dieta quotidiana la vera risorsa per la salute e la longevità.

Possiamo davvero essere padroni della lunghezza e della qualità della nostra vita, rimanere sani, attivi e felici più a lungo.

Basta volerlo...!

Alex Angotti

IV B

Liceo Oberdan

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