Ok del Senato allo Statuto del Fvg: le Province (quasi) abolite
TRIESTE. Ok del Senato al disegno di legge costituzionale che modifica lo Statuto speciale della Regione Friuli Venezia Giulia così come disegnato nella legge costituzionale del 31 gennaio 1963. I sì sono stati 167, i no 52, 36 gli astenuti. È la seconda deliberazione del Senato su questo provvedimento per cui era necessario raggiungere almeno la maggioranza assoluta dei componenti di palazzo Madama, cioè quota 161. Il ddl torna ora alla Camera che lo ha già votato una prima volta.
Il disegno di legge costituzionale che modifica lo statuto speciale del Friuli Venezia Giulia registra i cambiamenti amministrativi intervenuti nel tempo sul territorio: nel nuovo testo la Regione comprende i territori di Gorizia, Udine, Pordenone e Trieste. Interviene in materia di potestà legislativa, stabilendo che la Regione possa istituire, con legge, nuovi comuni anche in forma di Città metropolitane, abbassa l’età per l’esercizio del diritto di elettorato passivo da 25 anni, come è nel testo vigente, alla maggiore età; diminuisce il numero di firme necessarie per la presentazione di un progetto di legge regionale da 15.000 a 5.000.
La riforma stabilisce la soppressione delle Province della Regione Friuli-Venezia Giulia esistenti, a decorrere dalla data che verrà stabilita con legge regionale e, comunque, non prima della scadenza naturale del mandato dei rispettivi organi elettivi già in carica. Con la medesima legge regionale, sarà disciplinato il trasferimento delle funzioni delle Province ai Comuni, anche nella forma di Città metropolitane, o alla Regione, nonchè la conseguente attribuzione delle risorse umane, finanziarie e strumentali per l’esercizio delle funzioni trasferite e la successione nei rapporti giuridici. Fino alla loro soppressione, le Province saranno disciplinate dalla normativa previgente.
«Il Friuli Venezia Giulia è ormai a un passo da una riforma storica, probabilmente la più importante dal momento della nascita della Regione». Lo scrive in una nota la presidente della Regione Debora Serracchiani commentando l'approvazione al Senato, per la seconda volta, del disegno di legge costituzionale che modifica lo Statuto speciale della Regione Friuli Venezia Giulia. «I tempi previsti per l'approvazione definitiva stanno venendo rispettati - sottolinea la presidente - e quindi entro pochi mesi il Friuli Venezia Giulia sarà la prima Regione in Italia in cui le Province scompariranno dall'ordinamento, anche come organismi di secondo grado, per dare avvio a un nuovo ordinamento territoriale in cui unici soggetti rimarranno la Regione e i Comuni, anche nella forma associata delle Unioni territoriali».
«L’approvazione in via definitiva dello statuto del Friuli-Venezia Giulia, di cui sono relatore, è un grande traguardo che pone la nostra Regione all’avanguardia nel panorama nazionale: siamo, infatti, i primi, in tutta Italia, ad abolire definitivamente le province. Allo stesso tempo, sono molto orgoglioso che il nuovo statuto abbia recepito il mio emendamento sulla possibilità di istituire in Fvg una o più città metropolitane: credo siano lo strumento principe per consentire a cittadini e imprese di sfruttare al meglio le chance di futuro che ha questo territorio». Lo afferma il senatore del Pd Francesco Russo, relatore del provvedimento.
«Nel mio intervento in aula - spiega - ho ricordato che il 6 maggio a Udine il presidente Mattarella celebrando il quarantesimo anniversario del terribile terremoto che sconvolse il Friuli, ha avuto modo di citare non solo la laboriosità delle genti friulane ma anche la straordinaria esperienza amministrativa che grazie all’impegno di amministratori lungimiranti permise allora una ricostruzione ancora oggi additata a modello. Oggi come allora - conclude Russo - si dimostra e si conferma che la specialità, se ben interpretata, permette di innovare e di favorire modelli istituzionali pi? moderni a servizio dei cittadini».
«Soddisfazione» è stata espressa dal presidente del Consiglio regionale Franco Iacop. «Un traguardo che ci colloca primi nel panorama italiano nella soppressione dell'ente intermedio - ha sottolineato Iacop - e che consente di completare dal punto di vista statutario il percorso di riforma delle autonomie locali».
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