Ok ai premi della sanità. In media 800 euro a testa

Riconoscimenti a chi, fra i 20mila del comparto, lavora nei festivi e di notte oppure è impegnato nelle campagne per la promozione della profilassi
Foto BRUNI TRieste 21 01 10 Ospedale Cattinara
Foto BRUNI TRieste 21 01 10 Ospedale Cattinara

TRIESTE. C’è da riconoscere agli organici della sanità del Friuli Venezia Giulia l’incentivo per il lavoro notturno e festivo, per il turno, per il personale Ota e Oss, per chi si mette a disposizione dei corsi di laurea in area sanitaria e per chi partecipa a svariati progetti di applicazione della riforma approvata nel 2014 dal Consiglio di piazza Oberdan. Ma c’è anche da incrementare la copertura vaccinale e da compensare gli infermieri coinvolti nell’operazione del 118 regionale. Un “pacchetto” di interventi che richiede risorse aggiuntive.

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Un totale di 15,7 milioni di euro (quasi 800 euro pro capite per i 20mila addetti della sanità Fvg) da destinare all’Area del personale del comparto e da utilizzare nell’ambito del fondo per la retribuzione di produttività e relativi obiettivi.

A Udine Maria Sandra Telesca e le categorie della sanità regionale, con reciproca soddisfazione, trovano l’accordo per il 2017, fotocopiando in larga parte l’intesa dell’aprile 2016, ma concentrandosi anche su alcune specifiche iniziative innovative, compreso l’incremento delle vaccinazioni in una regione da troppo tempo costretta a fare i conti con percentuali inferiori alla soglia di sicurezza.

Cosa prevede l'intesa. Nel dettaglio si stabilisce un riparto tra le aziende del Ssr di 9,1 milioni di euro destinati a compensare il cosiddetto disagio, a partire dai turni di lavoro durante la notte e nei giorni di festa. Altri 6,2 milioni, demandati alla contrattazione integrativa aziendale, serviranno invece a sostenere progettualità legate a obiettivi strategici ritenuti prioritari. L’elenco sottoscritto dalle parti prevede tra l’altro i processi di riorganizzazione, l’assistenza domiciliare, i percorsi di riabilitazione, gli interventi socio-sanitari, la qualità delle cure, il contenimento dei tempi d’attesa, la medicina di laboratorio e l’integrazione tra ospedale e territorio, considerati componenti di un sistema unitario.

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sterle trieste sopralluogo pronto soccorso ospedale di cattinara

Il piano vaccini. A parte, ma sempre all’interno dei 15,7 milioni di euro complessivi, sono state definite una quota di 320mila euro per il piano vaccinale e le azioni per il miglioramento dell’adesione alle vaccinazioni e una di 180mila euro da assegnare a Egas (Ente per la gestione accentrata dei servizi condivisi) per gli operatori assegnati alla Sores (Sala operativa regionale emergenza sanitaria) impegnati nell’attivazione del 118 unico regionale. E ancora si prevedono 381mila euro di budget massimo disponibile per il 2017 vincolato per il progetto di elisoccorso.

La ripartizione dei fondi. Nella divisione del finanziamento la cifra più alta va all’Asui Udine (4 milioni di euro), seguono l’Asui Trieste (3,3 milioni), la Aas 5 Friuli Occidentale (2,7 milioni), l’Aas 2 Isontina-Bassa friulana (2,5 milioni) e la Aas 3 Alto Friuli, Collinare e Medio Friuli (1,7 milioni). Quote inferiori per Burlo (539mila euro), Cro (311mila) e Egas (290mila).

Le parole dell'assessore. La firma di ieri, si legge in un comunicato della Regione, si colloca a valle dell’intesa regionale sulle risorse finanziarie aggiuntive del personale del comparto approvata con delibera di giunta di tredici mesi fa. In quell’occasione, in coerenza con la gradualità del processo di trasformazione organizzativa in atto e nell’ottica di accompagnare la riforma consolidandone scelte e azioni, le parti avevano stabilito di attribuire al documento validità triennale. I commenti di fine incontro confermano la condivisione del percorso. «Esprimo soddisfazione - le parole dell’assessore Telesca - per l’intesa raggiunta e per il dialogo costruttivo con i sindacati».

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Soddisfazione delle sigle sindacali. Sindacati che a loro volta promuovono obiettivi e contributi per centrarli. «La carenza di organico che perdura dal 2010 a oggi ha messo sotto pressione il comparto - osserva Alessandro Baldassi della Cgil -. Il fondo produttività riesce almeno in parte a ridurre un disagio incontestabile per chi osserva da vicino come si lavora nelle strutture sanitarie».

«Portare a casa risorse regionali aggiuntive è un gran risultato in un periodo di crisi - aggiunge Nicola Cannarsa della Cisl -. Dopo la definizione del protocollo 2016, consideriamo questo ulteriore aggiornamento come un passo avanti che amplia i progetti mirati a contenere le criticità del settore». Manifesta soddisfazione anche Luciano Bressan della Uil: «Riuscire a dare ossigeno alle diverse realtà aziendali è un passaggio chiave in un 2017 che dovrebbe anche segnare un incremento del personale».

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