Oggi le fiaccole gialle per Regeni. Fico: la verità è questione di Stato
TRIESTE. È il quarto anniversario della scomparsa di Giulio Regeni, che il 25 gennaio 2016 scomparve al Cairo per essere ritrovato senza vita il 3 febbraio successivo, il corpo martoriato. Ancora una volta oggi alle 19.41, ora simbolica in cui il giovane studioso inviò l’ultimo Sms prima di essere inghiottito nel buio, migliaia di fiaccole gialle si accenderanno nelle piazze di tante città per chiedere verità e giustizia per un omicidio rimasto finora senza colpevoli.
Verità che «è una questione di Stato che non sarà mai abbandonata finché non otterremo i colpevoli», ha detto ieri Roberto Fico auspicando che «il 2020 sia l'anno di Giulio Regeni».. Il presidente della Camera - come lo scorso anno - sarà oggi a Fiumicello Villa Vicentina per l’iniziativa cui sono attesi anche i genitori di Giulio, Claudio Regeni e Paola Deffendi, che in questi giorni hanno richiesto con forza il richiamo dell’ambasciatore italiano dall’Egitto. A Fiumicello (dove ci sarà anche la Federazione nazionale della Stampa con il presidente Giuseppe Giulietti) l’appuntamento promosso dal Comune è fissato alle 18.30 in piazzale Falcone e Borsellino: da qui alle 18.45 partirà - insieme al Governo dei giovani di Fiumicello - la Camminata dei Diritti, che arriverà in piazzale dei Tigli alle 19.15. Alle 19.41, la fiaccolata silenziosa dopo la quale nella sala Bison si terrà “Pensieri, parole e musica per Giulio”.
Per Giulio Regeni le luci gialle si accenderanno anche a Trieste, dove l’appuntamento - promosso da Amnesty International Italia e dal Liceo Petrarca con la partecipazione del Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico - è fissato alle 18.45 in piazza della Borsa per una lettura di brani cui seguiranno il momento simbolico delle 19.41 e un flash mob. Amnesty organizzerà manifestazioni in tante altre città, da Roma a Torino, da Bologna a Palermo, con varie altre organizzazioni e associazioni.
«Constatiamo - afferma Emanuele Russo, presidente di Amnesty Italia - che nonostante le importanti rivelazioni emerse sulla dinamica dell'omicidio, l'istituzione di una Commissione monocamerale d'inchiesta e le dichiarazioni del nuovo governo Conte, pochi avanzamenti concreti sono stati compiuti nelle indagini. Nel frattempo, però, sono stati conclusi importanti accordi commerciali ed economici con l'Egitto. Torneremo in piazza a chiedere verità ad entrambi i governi, determinati a far sì che si possa, finalmente, vedere la luce». Un obiettivo per il quale le istituzioni devono parlare «con una sola voce», ha detto ieri Roberto Fico ricordando che «l'Egitto non comincia nemmeno un processo, nonostante la nostra procura - che sta facendo un lavoro eccezionale - abbia iscritto nel registro degli indagati cinque ufficiali della National security egiziana».
Per questo «il governo e le istituzioni devono coordinarsi per portare avanti con una sola voce» quella che è «una questione di Stato». Fico ha ricordato fra l’altro di aver portato la questione «all'attenzione dell'Ue», sottolineando la «risoluzione molto importante sull'Egitto» approvata dal Parlamento europeo. «Quindi la questione ora è anche in Europa; un passo avanti, ma dobbiamo accelerare», E «In tal senso il 2020 deve essere l'anno di Giulio». Quanto al ritiro dell’ambasciatore, «non è una decisione che attiene al presidente della Camera ma al ministro degli Esteri. È una riflessione importante perché dobbiamo avere dei risultati», ha aggiunto Fico. «Questo governo e questa maggioranza dovranno fare una scelta. Presto», aveva già detto Nicola Fratoianni di Sinistra italiana-Leu, mentre Massimo Ungaro (Iv), segretario della Commissione di inchiesta sulla morte di Regeni, ha sottolineato «l’impegno» del Parlamneto italiano.—
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