Offese ai No Tav, Terpin nella bufera
TRIESTE. Scivolone di Emilio Terpin sui no-Tav. Rifondazione non perde l’occasione e ne chiede le dimissioni. In un’intervista alla Rai regionale, andata in onda sabato 14 aprile nella rubrica Tg Settimanale, il presidente di Autovie Venete avrebbe considerato «disfattista» il movimento, precisando poi che «nella prima guerra mondiale i disfattisti venivano fucilati». Dichiarazioni che innescano un insolito incidente diplomatico per il numero uno della società autostradale che, peraltro, in questo momento sta vivendo un momento politico estremamente delicato per la concessione del maxi-finanziamento necessario per la costruzione della terza corsia.
In un’interrogazione al presidente Tondo Igor Kocijancic e Roberto Antonaz portano a galla il fatto e sollecitano l’uscita di scena di Terpin. «A una domanda del conduttore televisivo su quale fosse la sua opinione nei confronti di chi è contrario alla realizzazione di grandi opere viarie, tra cui la Tav – scrivono i due consiglieri – il presidente avv. Terpin ha risposto, come riscontrato dalla registrazione video, che ‘nella Prima guerra mondiale i disfattisti venivano fucilati perché erano pericolosi’. Sottolineato – precisano gli esponenti di Rifondazione – che Terpin è presidente di un’Azienda a preminente capitale pubblico e di nomina della giunta alla quale risponde del suo operato e ricordato che le posizioni di chi ritiene che le grandi opere e in particolare la Tav siano inutili e superate e prospetta soluzioni alternative e che quindi hanno piena legittimità come quelle di chi la pensa in modo opposto, i consiglieri interpellano Tondo per sapere se non ritenga le affermazioni di Terpin gravi e offensive improntate a una violenza verbale inaccettabile».
Kocijancic e Antonaz si aspettano «scuse a nome della giunta e Sue personali ai cittadini del Fvg così pesantemente insultati» e la sostituzione del presidente Terpin alla guida di Autovie Venete «con persona più equilibrata e più rispettosa». Pronta la replica del presidente della società: «Spiace constatare che ancora una volta, in Italia, un paradosso declinato in battuta, non venga compreso ma utilizzato strumentalmente per creare un caso che non c’è». Alza gli occhi al cielo il presidente Emilio Terpin – si legge in una nota di Autovie – accusato da alcuni Consiglieri di 'violenza verbale' per un’affermazione fatta durante un’intervista e non aggiunge altro». (g.s.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo