Offensiva Cinquestelle contro la giunta Serracchiani
TRIESTE. «Dopo un anno di legislatura possiamo dire di essere contenti di non aver dato la fiducia al programma di Debora Serracchiani: non solo ha fatto poco e nulla di quanto promesso, ha bocciato tutte le nostre proposte, che pure erano in sintonia con le sue promesse». La conferenza stampa del gruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale è un'offensiva ad alzo zero sull'operato della giunta. «Tante promesse, pochi fatti» è in sintesi l'accusa lanciata dalla capogruppo Eleonora Frattolin, che ha rivendicato quanto fatto dal gruppo: 4 proposte di legge, decine di interrogazioni, 130 tra atti di indirizzo e di sindacato ispettivo.
Subito dopo è arrivato l'elenco delle critiche che il gruppo di opposizione muove al governo regionale. «Parlavano di un taglio del 50% dei costi della politica. La riduzione effettiva è del 16%. Noi siamo stati gli unici a ridursi lo stipendio, in un anno abbiamo restituito 300mila euro al fondo delle piccole medie imprese». Poi la promessa di uno sportello unico per le attività produttive e il riordino di enti e agenzie: «Nell'ultimo anno la burocrazia non è calata, e la riorganizzazione semmai ha creato nuove poltrone, come il direttore generale e il sovrintendente di Villa Manin». E ancora: «Dichiaravano di voler sbloccare i pagamenti di Regione e Comuni alle imprese ma si sono limitati a tamponare l'emergenza per 5 milioni, senza mettere in campo alcuna iniziativa seria per risolvere il problema». La sanità: «L’abolizione del ticket di 10 euro sulle impegnative è finita nel dimenticatoio. Ora attendiamo con ansia la riforma sanitaria: anche perché al momento i tagli rendono difficile mantenere anche solo la continuità del soccorso su 24 ore. È sparita nel nulla anche la promessa di creare 7mila 500 posti negli asili: vista la situazione odierna di Trieste non pare ci siano grandi progressi».
Ma il punto dolente è ancora una volta il reddito medio garantito (“rmd”), parte del programma del Pd e ora previsto da una proposta di legge pentastellata. Proposta che Serracchiani ha stroncato: «Un assurdo - ha dichiarato la consigliera Elena Bianchi -. Gli argomenti portati a obiezione della nostra proposta provengono da un articolo del sito LaVoce.info che parla del “rmg” del Trentino. Non si sono degnati di leggere nemmeno le due paginette di relazione introduttiva della nostra proposta di legge. E poi accusano noi di fare propaganda». Ha rincarato la dose il consigliere Cristian Sergo: «È gravissimo. Politicamente noi possiamo anche riderci su e andare avanti, ma qui parliamo della vita di migliaia di famiglie. Senza dimenticare che i fondi del rmg andrebbero ad alimentare i consumi, e quindi il commercio regionale».
I consiglieri hanno elencato poi una serie di «fuori programma», ovvero cose non annunciate in campagna elettorale ma realizzate dalla giunta «senza chiedersi cosa ne pensino i cittadini»: «La ricapitalizzazione delle partecipate - ha detto Frattolin -; la Palmanova-Manzano; gli elettrodotti; l'autorizzazione all'incenerimento dei rifiuti nei cementifici, che doveva essere negata e invece è stata rilasciata alla struttura di Fanna; un abuso di disegni e proposte di legge "urgenti" che annichiliscono il lavoro delle commissioni; la mancata eliminazione degli indagati dalle liste». E ancora la Tav: «Noi avevamo individuato la proposta del commissario straordinario Mainardi per un miglioramento della linea esistente con una spesa di 800 milioni - ha argomentato Sergo -, ce l'hanno bocciata. Due mesi fa si sono incontrati con il ministro Lupi e pare intendano investire un miliardo e due. Mainardi nel frattempo è stato mandato a casa».
Dalla maggioranza è il democratico Franco Codega a replicare ai grillini, rivendicando i risultati della maggioranza e portando ad esempio i casi Electrolux e Ideal Standard: «L’attività della giunta regionale e della maggioranza in Consiglio in questo anno è stata tutt’altro che propaganda ma si è concretizzata in azioni tangibili e significative. Non ci siamo limitati ad affermazioni di principio ma siamo passati a fatti concreti di grande rilevanza».
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