Offensiva bis contro zanzare tigre e zecche

Partirà a breve, in prossimità dell’estate, la campagna per arginare la proliferazione della zanzara tigre, attraverso una road map definita dai tecnici del Comune e dalla ditta specializzata che si occupa del servizio. Fino a tre anni fa a farsene carico era l'amministrazione era l'Azienda sanitaria universitaria integrata.
«I focolai delle zanzare - spiegano dalla struttura “Disinfezione e disinfestazione” - circolano in qualsiasi zona dove esiste un acquitrino, che può essere una pozzanghera che rimane per molto tempo, oppure dove ci sono ruote abbandonate in un prato. Quelle rappresentano un’attrazione irresistibile per i topi e ne diventano un vero e proprio ricettacolo, perché quando piove, lì poi rimane l'acqua. Alla lista vanno aggiunti poi bidoni e vasche da bagno lasciate dai contadini sui prati, ma basta anche un sacchetto di nylon con acqua per attirarle. Noi come Asuits avvertiamo la popolazione di stare attenta, in particolare di non lasciare l'acqua sotto vasi».
Per evitare appunto di assistere alla proliferazione di un’enorme quantità di insetti, l'Asuits trattava tutte le caditoie con ristagni d'acqua attraverso pastiglie antilarvali che si sciolgono. Si possono trovare anche nelle agrarie e venivano inserite ogni 15 giorni».
Ma oltre alle zanzare, in questo periodo si prepara pure l’offensiva contro le zecche. “Nemici” segnalati anche in alcune scuole cittadine. Nella bacheca dell’asilo Millebimbi, per esempio, è comparso un avviso che, prendendo spunto proprio dalla possibile presenza di zecche nel giardino dell’istituto, comunicava di aver già richiesto la disinfestazione. «Solitamente le zecche sono in Carso oppure nei giardini non falciati o non trattati con il disinfestante - spiega Gianfranco Urso, coordinatore regionale dell'Enpa, ex presidente della sezione di Trieste -. A Trieste tutti i boschi hanno giardini incolti, in Austria invece non è più così perché si coprono con l'antiparassitario prati e strade». Ora, spiega l'esperto, le zecche sono molto piccole, «i piccoli nati sono appesi sugli alberi e attendono il mammifero per succhiarli il sangue, prediligendo di solito gli animali selvatici, anche se non è gradito tanto l'uomo». Nel caso si fosse punti da una zecca, s'incorre in un'irritazione che dura tre o quattro giorni con un bubbone come conseguenza. È importante - chiosa Urso - controllarsi bene quando si torna dalle gite, e dare gli antiparassitari anche ai propri animali». (b.m.)
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