Odontotecnici, contestata l’indagine col Gps

Secondo i medici assenteisti chiunque poteva essere al volante della loro auto. Inchiesta prorogata di sei mesi
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia Odontostomatologia in ospedale
Bumbaca Gorizia Odontostomatologia in ospedale

Inizia a delinearsi la strategia difensiva di Giulio Tamburlini (responsabile del servizio di Odontostomatologia dell’ospedale di Gorizia) e della moglie Claudia Sfiligoi (odontoiatra in servizio nello stesso reparto).

A tracciarla, per sommi capi, l’avvocato Samo Sanzin del Foro di Gorizia. «I due miei assistiti - le sue parole - non si sono mai risparmiati sul lavoro. E hanno effettuato parecchie ore di straordinario non retribuito, oltre a ferie maturate e non godute». Il legale torna a ricordare il grande numero di interventi effettuati nel 2016: 12mila le prestazioni ambulatoriali portate a termine contro circa la metà dell’anno prima. Senza dimenticare i 400 ricoveri nell’arco di dodici mesi. «Numeri, insomma, che testimoniano l’impegno dei professionisti coinvolti in quel reparto».

Poi, c’è la questione del Gps. Oltre alle telecamere, l’altro caposaldo nelle indagini della Guardia di finanza è costituito dalle apparecchiature del Global positioning system installate sulle vetture dei due medici. Sono queste che hanno “registrato” tutti gli spostamenti di Tamburlini e della moglie. «Ma il Gps - contesta Sanzin - registra gli spostamenti della vettura ma non dice chi è al volante e chi è al suo interno. Alla guida dell’auto potrebbe esserci stato il figlio o qualche altro parente». E questa sarà un’altra delle strategie difensive che verranno adottate in occasione dell’approdo in Tribunale.

«Intanto - prosegue Sanzin - sono state prorogate di sei mesi le indagini. Quindi, ci vorrà ancora tempo per andare a processo. Il fascicolo ancora non è stato chiuso. Che dire? Ad oggi, non è ancora chiaro il capo di imputazione. Dobbiamo valutare di preciso la situazione una volta presa visione del fascicolo penale che è secretato a fronte delle indagini in corso».

Prosegue Sanzin: «Tutto quello che sappiamo è contenuto nell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari, Rossella Miele. Si parla di filmati, di incercettazioni ma noi non abbiamo nulla in mano. Siamo in attesa».

Ma come stanno vivendo questi momenti Tamburlini e la moglie? «Chiaramente e comprensibilmente non è un periodo per nulla facile. Cercano di tirare avanti, credo non sia piacevole perdere il lavoro da un momento all’altro. Peraltro, hanno dei figli da mantenere».

I due professionisti, torniamo a ricordarlo, sono accusati di “truffa aggravata ai danni dello Stato” e “falsa attestazione di servizio”, reati puniti entrambi con la reclusione da uno a 5 anni, e sono stati sospesi per un anno dal magistrato. Posti «sotto osservazione» dalle Fiamme gialle da aprile a novembre del 2016 (con un Gps installato sull’auto, telecamere nascoste, pedinamenti poi corroborati da testimonianze e perquisizioni) sono indagati per essersi assentati dal reparto uscendo (e poi rientrando) da una porta d’emergenza, recandosi in banca, al ristorante, a fare acquisti, ma soprattutto nello studio medico privato di via Cantore. In quest’ultimo, intestato alla dottoressa Sfiligoi (la moglie), Tamburlini - tra l’altro - non avrebbe potuto neppure metter piede in quanto legato all’Azienda sanitaria Bassa Friulana-Isontina da un rapporto di esclusività.

Infatti, le trentasette pagine dell’ordinanza, a più riprese, accusano il medico di aver privilegiato l’attività privata rispetto a quella pubblica. La valutazione complessiva di questi elementi - rimarcano gli inquirenti - induce a ritenere che, in diverse occasioni, mentre risultava in servizio in reparto, l’indagato ha prestato la sua attività professionale in privato.

Ma la macchina della difesa è in moto.

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