Oculistica fiore all’occhiello di Gorizia e di Monfalcone
Importanti acquisizioni tecnologiche per l’unità operativa diretta dal dottor Vita Dal microscopio di ultima generazione al femtolaser per gli interventi di cataratta

Un fiore all’occhiello. In un panorama in cui, purtroppo, ad emergere sono (quasi sempre) gli elementi negativi, i casi di malasanità, le proteste. L’ospedale “San Giovanni di Dio” di Gorizia si è recentemente dotato di apparecchiature tecnologicamente avanzate che consentiranno di migliorare ulteriormente i già buoni risultati ottenuti nella chirurgia della cataratta.
È stato acquisito, infatti, un «microscopio di ultima generazione - spiega il direttore dell’unità operativa di Oculistica, Stefano Vita - che, accoppiato ad uno strumento in grado di centrare al meglio le lenti intraoculari, consentirà di ottenere la massima precisione nell’esecuzione dell’intervento e nell’impianto della stesse lente. Nei casi idonei siamo inoltre in grado di utlizzare lenti intraoculari ad alta tecnologia At Iol che consentono la correzione dell’astigmatismo e in alcuni casi della presbiopia. Abbiamo inoltre iniziato ad utilizzare il femtolaser per la chirurgia della cataratta».
Questo dispositivo, entrando nel dettaglio, è in grado di rendere ancora più precisa, più standardizzabile e meno invasiva la nostra chirurgia.
Su questo fronte, fa sapere l’Azienda sanitaria Bassa Friulana-Isontina, il reparto di oculistica di Gorizia e Monfalcone ha rafforzato ulteriormente un’attività già molto consistente incrementando il numero di interventi del 20 per cento, in modo «da offrire alla popolazione - si legge in una nota - prestazioni della massima qualità con una riduzione delle liste d’attesa storicamente molto lunghe per questo tipo di intervento. Nell’ottica della differenziazione dell’attività chirurgica che caratterizza i nostri ospedali è stata implementata l’attività della cataratta proprio nella sede di Gorizia dove verranno affrontati casi che necessitano di un particolare approccio chirurgico».
Nella sede di Monfalcone, oltre alla cataratta, vengono affrontate tutte le altre patologie oculistiche. «Fra queste, in particolare, ci occupiamo della diagnosi e terapia del glaucoma. Si tratta di una patologia molto seria che se diagnosticata in ritardo può portare alla perdita della vista. Una diagnosi precoce consente la cura con una terapia a base di farmaci o, con trattamenti laser (trabeculoplastica selettiva) o nei casi più gravi intervento chirurgico tradizionale (trabeculectomia) o impianti di dispositivi mini-invasivi».
Ulteriori campi di attività riguardano la diagnosi e la chirurgia delle patologie corneali (con interventi di
cross linking
e trapianto), delle patologie della retina affrontabili con terapia medica e quindi con l’utilizzo di farmaci intavitreali per le degenerazioni maculari legate all’età e la retinopatia diabetica o con approccio chirurgico.
Quello monfalconese resta inoltre l’unico reparto di oculistica in ambito regionale ad occuparsi di chirurgia delle vie lacrimali effettuando interventi di endoscopia, impianti di stent e dacriocistorinostomia.
Vita è un figlio d’arte (il padre, Gaetano, è stato primario di Oculistica a Palmanova) e guida il reparto di Oculistica dal 2010: la nomina fu decisa dall’allora direttore generale dell’Azienda sanitaria Cortiula che prese atto degli esiti delle prove selettive riferite al ruolo di responsabile della struttura complessa di Oculistica e provvide al conferimento dell’incarico.
Stefano Vita è in forza all’Azienda sanitaria dal 2003 e giunse a questo prestigioso incarico a soli 45 anni, dopo aver retto per un anno il reparto in qualità di facente funzione in sostituzione del precedente primario Giovanni Battista Marcon.
Nato a Gorizia, residente a Monfalcone, Stefano Vita si laureò in Medicina e Chirurgia all’Università di Trieste, ottentendo la specializzazione in Oculistica nella stessa Università e specializzandosi poi in medicina iperbarica a Chieti. Prima di approdare all’ospedale di Monfalcone ha lavorato alla Clinica universitaria di Udine, all’ospedale friulano e a quello di Palmanova.
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