Obblighi anticipati e nuove scadenze: scatta l’offensiva pro vaccinazioni

Al via la mini rivoluzione pensata per estendere le coperture. Profilassi antimeningite portata dal settimo al quarto mese
Silvano Trieste 11/10/2016 IDipartimento di Prevenzione
Silvano Trieste 11/10/2016 IDipartimento di Prevenzione

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TRIESTE Distrazione dei genitori, famiglie convinte che sia meglio fare di testa propria e aspettare qualche mese in più, necessità di rinviare per un’influenza imprevista del figlio, difficoltà a ottenere l’appuntamento in tempo utile a causa di qualche carenza del Sistema sanitario. Sono molte le ragioni che possono rallentare le tempistiche dei cicli di vaccinazione e successivi richiami, con l’effetto di avere bambini scoperti proprio nelle fasi in cui malattie pericolose hanno la maggiore incidenza. È il caso della meningite, per cui la Regione ha deciso di anticipare di alcuni mesi il momento della vaccinazione, allo scopo di avere l’elasticità necessaria per far fronte a tutti gli imprevisti del caso.

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In ottemperanza al Piano nazionale di prevenzione vaccinale, la Direzione centrale salute ha così stabilito di anteporre alcune scadenze del calendario della profilassi per il meningococco B, comunque non obbligatorio per la frequenza scolastica. I nuovi mesi indicati sono il quarto, il sesto e il quattordicesimo dalla nascita, con un anticipo rispetto al settimo, nono e quindicesimo previsti fino a oggi.

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Non si tratta dell’unica modifica, perché per il terzo richiamo dell’esavalente – questa invece necessaria per iscriversi a scuola – si è deciso di provvedere prima del compimento dell’anno d’età. La somministrazione dei vaccini per difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B e haemophilus influenzae B sarà infatti anticipata dal tredicesimo all’undicesimo mese, prevedendo dunque sessanta giorni di tolleranza in più.

La delibera adottata dalla giunta regionale punta a «migliorare i livelli di copertura vaccinale raggiunti e promuovere la qualità delle vaccinazioni». La considerazione è infatti che «le coperture in Friuli Venezia Giulia vedono un’adesione elevata per la prima e seconda dose di vaccino esavalente nel primo anno di vita (93-94%), mentre l’adesione alla terza dose e quindi il completamento del ciclo primario entro i 24 mesi è più bassa, per ritardi vaccinali che si accumulano nel tempo». Il documento prende in esame anche il caso del meningococco B, evidenziando che l’incidenza massima delle malattie invasive causate da questo virus «si ha nei primi due anni di vita ed è quindi cruciale iniziare il più presto possibile il ciclo di somministrazioni».



Fra le novità decise dall’esecutivo, c’è inoltre la sostituzione del vaccino anti meningococco C con il tetravalente Acyw, «allo scopo di offrire ai bambini una protezione più ampia per quei ceppi che, pur ancora sporadici nel nostro Paese, mostrano una tendenza all’espansione». Ora il meningococco Acyw sarà somministrato ai nuovi nati al tredicesimo mese di vita, in contemporanea con il vaccino contro morbillo, rosolia, parotite e varicella.

I dati regionali sulle coperture al momento disponibili parlano di un’inversione di tendenza rispetto al ripido calo degli anni scorsi. Le percentuali relative al 31 dicembre 2017 sono tuttavia ancora lontane dal 95% di copertura auspicata dall’Oms, se si considerano i valori relativi a difterite (90,6%), tetano (90,7%), epatite B (89,6%), poliomielite (90,5%), pertosse (90,6%), per i quali si registra comunque un aumento medio dell’1%, visto che i numeri del 2016 stavano fra 88 e 89%, in quello che fu l’anno peggiore in quanto a percentuale di copertura, con un abbassamento che in dieci anni fu in totale del 7-8%. Nel caso della poliomielite, il 2016 aveva segnato ad esempio una copertura dell’89,4% per i bambini di 24 mesi: un punto meno del 2015 e quasi tre rispetto al 2014, quando nel 2001 il tasso era del 97,4%.

Livelli più bassi anche nel caso di morbillo, parotite e rosolia, con una trivalente attestata all’86,6%: distante dal 92,9% del 2003 ma in crescita rispetto al picco in basso rappresentato dall’82% del 2015. Più contenute le percentuali del meningococco B, introdotto soltanto a partire dai nati del 2015 e fermo a fine 2017 al 63,6% per quanto riguarda la seconda di tre somministrazioni.

Le cifre si riferiscono tutte a bambini con 24 mesi di vita. Il quadro migliora se si verifica la copertura vaccinale dopo i 36 mesi dalla nascita, a dimostrazione che non sono pochi i genitori convinti che un figlio non debba essere vaccinato troppo piccolo: la scelta non è però suffragata dalla ricerca scientifica ed espone anzi a gravi rischi nei primi mesi di vita. —


 

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