Nutrie, allarme dell’esperto: «Devono essere eliminate»

Fabio Perco conferma che il numero di esemplari è aumentato e sta tentando di stabilirsi sull’Isola. Pochi i sistemi per contrastarlo, l’unico nemico è la volpe
Di Antonio Boemo

L’avvistamento, e in un caso anche la cattura, di nutrie, ovvero “castorini” (così sono chiamati dai fabbricanti di pellicce) in città a Grado è da considerarsi un fatto nuovo e, almeno per ora, eccezionale. Si tratta di singoli individui che vanno alla ricerca di nuove aree andando alla scoperta di territori in precedenza mai nemmeno sfiorati. In natura ciò si verifica normalmente, specialmente quando il numero degli animali è molto elevato e la popolazione in fase espansiva.

E’ questa la prima spiegazione che l’esperto zoologo Fabio Perco fornisce dopo che in centro a Grado gli operai hanno trovato, e poi catturato e consegnato alla Polizia Provinciale, una grande nutria dal peso di circa 12 chili che nuotava nella fontana. Un’altra sempre è stata notata inoltre sopra i massi di protezione della diga. Ma c’è un altro aspetto molto importante che va evidenziato. Si tratta roditori che si nutrono quasi esclusivamente di vegetali, erbe e piante palustri in particolare ma che, in considerazione della loro stazza e dei grossi incisivi di cui sono dotati, possono anche attaccare l’uomo in caso di cattura. È possibile che si nutrano pure di erbe ed alghe spiaggiate e ciò spiegherebbe il perché della loro presenza registrata in passato: sono infatti noti almeno due casi lungo gli arenili. Niente allarmi dunque?

«Un minimo di preoccupazione c’è – afferma Perco – poiché il loro numero è in sensibile incremento. L’auspicio è che, trattandosi di specie esotica, vengano eliminate totalmente. Ma questo obiettivo è sicuramente molto difficile da raggiungere e forse impossibile, anche perché sono particolarmente prolifiche (partoriscono anche più volte all’anno) e l’unico sistema veramente efficace per ridurne il numero è quello dell’impiego di particolari trappole, che richiedono un controllo quasi giornaliero».

«La normativa attualmente in vigore – evidenzia Perco - equipara questa specie, che in precedenza era considerata “fauna selvatica” (godendo perciò di una parziale tutela) a ratti e topi propriamente detti, i quali possono essere catturati ed eliminati da chiunque senza limitazioni di numero». Le nutrie causano danni non di poco conto per la stabilità degli argini. «Creano, come è già stato verificato da più parti – aggiunge ancora l’esperto - danni sensibili agli argini dove scavano i loro cunicoli. Specialmente in periodi di alta piovosità ciò può rappresentare un problema non trascurabile, addirittura con il cedimento di parte degli argini». Da vari isolotti della laguna di Grado ma anche da Fossalon, segnalazioni di questa sgradita presenza ci sono già da parecchi anni (inizialmente non si è dato peso a queste notizie) ma oggi, evidentemente, il fenomeno è in forte espansione. Evidenzia ancora Perco che è stato cercato di ridurne il numero anche alla Foce dell’Isonzo, dove diversi soggetti sono stati catturati con le trappole e abbattuti col fucile, ma la presenza della specie appare comunque molto numerosa. A questo punto pare, dunque, che l’unica soluzione sia l’impiego su vasta scala di trappole. Ma quante servono e dove si posizionano e, specialmente, chi avrà il compito e il tempo di sorvegliarle? Pare una lotta impari. Forse, però, un’altra soluzione, sebbene parziale, in natura c’è, ma sicuramente non potrà avere effetti positivi e sensibili dovunque. «Le volpi - conclude Fabio Perco – mangiano le nutrie, quando e se riescono a sorprenderle fuori dall’acqua…».

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