Nursi: «La crisi ha ristretto le case»
Casa, dolce casa. Tanto desiderata e poi tanto difficile da gestire e da mantenere. Il mattone da tempo sta attraversando un periodo nero. E a rendere la situazione ancora più difficile ci hanno pensato le tasse sugli immobili che hanno decisamente dato il colpo di grazia al settore. Stefano Nursi è stato di recente eletto presidente provinciale della Fiaip, la federazione che a livello nazionale riunisce gli agenti che si occupano ci compravendite immobiliari. Quarant'anni, da venti nel settore, Nursi prende le redini della Fiaip in uno dei momenti più difficili del comparto del mattone.
Presidente, quale è la situazione a Trieste?
«Abbiamo attraversato una crisi economica profonda senza precedenti che ha ridimensionato in maniera significativa l'intero comparto immobiliare e tutto l'indotto. Stiamo attendendo gli ultimi dati del secondo semestre 2013, ma il trend del calo delle transazioni a Trieste, che portava un segno -25% tra il primo semestre 2012 e quello 2013 non fa ben sperare. I valori si sono sicuramente abbassati in particolare per alcune tipologie immobiliari. Non dimentichiamoci però che Trieste rispetto ad città similari ha valori di gran lunga inferiori e tutto sommato essendo poco presente il settore industriale ha sofferto meno delle ricadute in termini occupazionali della grave crisi del comparto».
Il 2014 potrebbe registrare una ripresa?
«Difficile fare previsioni e medio termine. Per il 2014 si ipotizza una stabilizzazione delle compravendite oppure un lieve segno positivo, mentre i valori dovrebbero restare stabili dopo le significative perdite di questi ultimi anni.
Agli investitori consiglia di mettere mano al portafogli e acquistare?
«Il mercato offre in questo momento delle buone possibilità di investimento, Trieste è davvero una splendida città, e non lo dico da triestino: tutti coloro che arrivano da fuori Trieste ne restano colpiti. La qualità della vita è ottima, la sua posizione strategica».
Gli enti locali potrebbero fare qualche cosa per dare una spinta alla ripresa del mercato immobiliare triestino?
«C'è ancora molto da fare su infrastrutture e viabilità, la città è ancora troppo mal servita e poco sfruttata. Sono convinto che la partita principale per poter dare nuova vitalità e prospettive sia il recupero del Porto Vecchio, i cittadini stanno percependo sempre di più questo aspetto. Basta immobilismo. Come Fiaip accogliamo favorevolmente ogni iniziativa rivolta alla riqualificazione del patrimonio esistente, per "consumare" meno suolo e per valorizzare tutto il vecchio parco immobiliare abbandonato. Attendiamo poi che venga alla luce il nuovo piano regolatore, ormai arrivato alle ultime fasi».
A dare nuova linfa al mercato triestino sono arrivati da qualche anno gli investitori stranieri.
«Si, a seguito della discesa dei valori e delle grande potenzialità che offre il mercato locale, si sta registrando l'interesse di qualche investitore straniero, i numeri sono poco significativi ma fanno ben sperare. Gli stranieri puntano il loro interesse sulle zone con vista o pedonali. Ma la difficoltà del mercato è che mancano regole certe. L'investitore straniero vuole sapere quante e quali tasse pagherà una volta fatto l'investimento e ultimamente chi legifera ha dato il meglio di se per complicare le cose».
Quali le zone più richieste e dove è più facile vendere una casa?
«Sono sempre richieste le zone del centro storico e poi San Vito, Gretta, via Romagna, Barcola, mentre alcune zone semiperiferiche, in particolare quelle edificate intorno gli anni Settanta che scontano indici di consumo energetico alto, hanno avuto un significativo calo di valore».
Quale è la tipologia immobiliare più richiesta?
«Zona giorno con due camere. Gli acquirenti, rispetto ad anni fa, si sono orientati a tipologie di case più piccole. Un tempo una buona fetta degli acquirenti era rappresenta dalle giovani coppie che, grazie al mutuo, comperavano la loro prima casa.
«Stiamo riscontrando grandi difficoltà nell'acquisto di case da parte di coppie giovani. E' un target in netta diminuzione. Mancano liquidità e certezze, e soprattutto i mutui al 100% sono un lontano ricordo. Detto questo, però, la stretta creditizia che tanto avevamo criticato, oggi sta scemando leggermente. Gli istituti di credito sono ancora estremamente accorti ed attendi a concedere mutui, ma anche su questo fronte ci sono segnali che ben fanno sperare. Secondo me questo sarà un fattore importante per la ripresa».
E il settore delle locazioni? Quanto inciderà sul mercato degli affitti agli studenti la struttura realizzata all' ex Ospedale Militare?
«Il mercato delle locazioni tiene, sia per la richiesta degli studenti universitari sia perché coloro che non riescono a acquistare scelgono questa soluzione. Certamente l'ultimazione dei lavori dell'ex Ospedale Militare che diventerà una residenza universitaria aperta a docenti, ricercatori e studenti avrà alcune ripercussioni su una certa tipologia di immobili dati in locazione».
Ormai anche in centro città si vedono decine e decine di fori commerciali vuoti. I commercianti, lamentano affitti da capogiro. Anche questo settore registra un calo?
«Per il mercato dei locali commerciali e degli uffici, il trend è stato e si prevede continuerà ad essere negativo, ad eccezione di rarissime vie. I box auto invece hanno ancora un buon appeal e mantengono valori stabili».
Quali obbiettivi si propone di raggiungere come presidente Fiaip?
«Insieme al nuovo consiglio direttivo, lavorerò per dare continuità a quanto già fatto fino ad oggi, puntando sulla formazione, informatizzazione e aggiornamento costante, al fine di offrire al cliente servizi sempre più professionali».
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