Nuovo rinvio dell’Europa sull'adesione di Skopje e Tirana

A Helsinki il veto di Francia e Olanda: Macedonia del Nord e Albania in ritardo sulla lotta al crimine organizzato. Rischio “intrusione” di Cina, Russia e Turchia

TRIESTE Tra molti mugugni, qualche deciso “niet” e tanta, forse troppa indecisione che assume un sapore sempre più farisaico, la riunione informale dei ministri degli Esteri dell’Unione europea a Helsinki, sull’allargamento dell’Ue nei Balcani occidentali ha deciso di non decidere. La barra resta ferma sul mese di ottobre 2019 quando si deciderà se concedere alla Macedonia del Nord e all’Albania lo status di Paesi in via di adesione.

Anche a Helsinki è rimasto il fermo “no” di Francia e Olanda le quali sostengono che le candidate poco hanno fatto nella lotta al crimine organizzato e alla corruzione. Innegabile, malo sforzo fatto da Skopje con l’accordo storico con la Grecia andava premiato e la Macedonia del Nord non doveva essere “agganciata” alle sorti dell’Albania dove non esiste neppure una Corte costituzionale in grado di operare proprio per colpa della corruzione. Skopje poi sta aprendo i confini verso la Serbia, altro Paese chiave dell’area che sta già mediando con Bruxelles. Ma tant’è che non c’è peggior sordo di quello che non vuol sentire. Rimangono, tra l’altro, molte incertezze anche riguardo alle dinamiche future nel processo di allargamento e il desiderio del presidente della Commissione europea uscente Jean Claude Juncker di riuscire a giungere all’adesione dei primi candidati balcanici (Serbia e Montenegro) nel 2025. Già nell'ultimo dibattito formale di giugno, nonostante una raccomandazione positiva della Commissione europea, non vi è stato consenso tra gli Stati membri sull'apertura dei negoziati. «Ho visto un sostegno, una determinazione e una consapevolezza ancora maggiori tra i membri dell'importanza strategica della coerenza dell'Ue nei prossimi passi del processo di allargamento», ha dichiarato in Finlandia l’Alto commissario per la politica estera Federica Mogherini in Finlandia.

I sostenitori dell'accelerazione dell'espansione, compreso il ministro degli Esteri sloveno Miro Cerar, sono convinti che sia in gioco la credibilità dell'Unione, che ha ripetutamente promesso che i progressi dei Paesi nel processo di riforma sarebbero stati premiati. Anche la Germania è favorevole all'apertura di negoziati, poiché l'Ue dovrebbe avere un interesse strategico per la regione. Secondo il ministro degli Esteri Heik Maas dovremmo impedire a quei Paesi «che non sono in assoluta conformità ai nostri valori» di rafforzarsi nella regione dei Balcani. Numerosi membri sono consapevoli che lo spazio vuoto che emergerebbe se l'Ue non si impegnasse sufficientemente potrebbe essere riempito immediatamente da altri attori come Cina, Russia e Turchia.

E poi c’è il nodo Kosovo. A causa di una stagione elettorale a Pristina e Belgrado il dialogo sarà congelato per un anno. Ma che cosa succederà in quest’anno? L’Europa non abbassi la guardia. —


 

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