Nuovo ponte sul canale, nasce il comitato del «no»
Un progetto, un comitato. Ovviamente contro. Trieste si mantiene in media con la sua conflittualità permanente, convogliando stavolta contro il terzo ponte sul Ponterosso tutti i suoi strali. Con un’importante differenza, però: la contestazione stavolta è assolutamente bipartisan (né potrebbe essere diversamente con un progetto approvato dalla giunta Dipiazza e ereditato da Cosolini...), non parte da beghe di condominio e, soprattutto, sembra aver fatto subito presa su un ampio fronte che va da architetti e progettisti per giungere fino agli uffici di Italia Nostra. Tra le promotrici, quest’ultima associazione, di una raccolta di firme, praticamente avviata ieri, che dovrebbe concretizzarsi in una petizione da spedire al consiglio comunale.
«Il progetto di attraversamento che si vorrebbe realizzare tra le vie Cassa di Risparmio e Trento - ha spiegato la presidente Giulia Giacomich - deforma irrimediabilmente la prospettiva del canale. Che è portato a modello nel mondo per la sua eleganza, tanto che è stato ripreso pari pari, recentemente, per un intervento che ha interessato la città di Amburgo». Nel discorso della referente di Italia Nostra è inoltre emerso quello che più tardi è diventato praticamente il tema conduttore del comitato: l’inutilità della passerella, che ha fatto ricordare all’ex consigliere comunale Ester Pacor una battuta del compianto esponente del Pd, Giorgio De Rosa, che sosteneva che «è inutile unire con un ponte “Pepi S’ciavo” alle prostitute di via Trento...».
«È tutto incomprensibile, compresa la scelta dell’acciaio e del vetro - ha protestato Roberto Sasco, esponente Udc già presidente della VI commissione comunale - molto meglio sarebbe buttar giù il muro del Porto, in corso Cavour, e uscire dall’imbuto». Dalle parole di Sasco, che ha anche ricordato come per il 2012 sia prevista la ripavimentazione in masegno dell’intera area di piazza Ponterosso, ultima tranche del “Prusst” , è però emersa anche la vera difficoltà: c’è stata già una gara per la realizzazione del ponte e far recedere la ditta vincitrice dall’impegno risulterebbe oltremodo complicato. «Mi spiace per Cosolini - ha detto Sasco - che non c’entra niente in questa vicenda, ma spero ci siano almeno i margini per trovare un accordo con la ditta mantenendo il finanziamento». «In effetti - ha aggiunto Marcello Perna - la procedura dell’appalto non può essere interrotta, anche se la formula scelta mi ha lasciato non poche perplessità...».
Da lunedì, raccolta delle firme nella sede di Italia Nostra, in via del Sale 4/b e allo studio Perna in piazza San Giovanni. In arrivo anche alcuni banchetti in centro.
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