Nuovo Piano regolatore senza confini. Mai più zone industriali vicino alle case

Poste le basi per una programmazione transfrontaliera. Si lavorerà a stretto contatto con Nova Gorica e Sempeter Vrtojba
Bumbaca Gorizia 15.,01.2019 Piazzale Casarossa © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 15.,01.2019 Piazzale Casarossa © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GORIZIA Una progettazione al buio. Con piste ciclabili che si interrompono perché, di là, c’è la Slovenia. E zone industriali (vedi Livarna) che “confinano” con case e aree residenziali in Italia. Capitava anche questo, sino a ieri, fra Gorizia e Nova Gorica. Si progettava senza considerare ciò che c’era al di là della frontiera. Non a caso, le mappe della nostra città, per decenni, non prevedevano la presenza di un altro Stato: la Jugoslavia era un grande spazio bianco. Ma ora si volta pagina.

Ieri mattina l’assessore comunale all’Urbanistica Arianna Bellan, assieme al nuovo dirigente Licinio Gardin, appena arrivato dal Comune di Monfalcone, ha “messo i ferri in acqua” per il nuovo Piano regolatore. «La città cambia - premette il sindaco Rodolfo Ziberna - e il Prg è come un vestito che va modificato a seconda delle esigenze del Comune e dei cittadini».

L’obiettivo è di utilizzare il 2019 per la redazione della nuova pianificazione, per poi arrivare alla sua adozione nel 2020. L’assunto di base del nuovo Prg? «Sarà dominato dalla buona, grande regola che dovrebbe essere scolpita nella pietra in ogni pubblica amministrazione: tutto ciò che non è vietato, è consentito. Ascolteremo le esigenze dei cittadini per vedere quali interventi sono opportuni. A Gorizia – rivela il sindaco – ci sono casi di persone che hanno un giardino da una vita e non possono costruire una piccola piscina perché il Prg non lo permette. Non è questa la pubblica amministrazione come la intendo io».

L’ultimo Piano regolatore generale risale al 18 ottobre 2001. Gli studi preparatori vennero invece eseguiti tra il 1996 e il 1997. Il Prg è stato successivamente modificato con numerose varianti parziali che hanno contribuito ad aggiornare il Piano in sintonia con i programmi dell’amministrazione. Dall’entrata in vigore dello strumento sono trascorsi ora 15 anni e circa 20 dalla sua ideazione. L’esperienza maturata in questi anni ha fatto emergere, inevitabilmente, criticità da risolvere. In mezzo, la caduta del confine e l’arrivo del Gect. Con l’entrata della Slovenia prima nell’Ue e poi nell’area Schengen i valichi tra Gorizia e Nova Gorica sono ormai vie cittadine come le altre: niente più code e controlli dei documenti, il confine si passa senza nemmeno accorgersene. «È come se Gorizia e Nova Gorica si fossero ritrovate a cambiare la propria immagine, mantenendo intatti i vecchi involucri», rileva l’assessore Bellan.

E allora le direttive si pongono l’obiettivo di valorizzare in particolare le aree transfrontaliere lungo l’Isonzo. Non meno importante il rilancio delle Casermette, caratterizzate dalla presenza di prati stabili: l’area è collocata a Nord del sistema urbano e rappresenta un immenso patrimonio naturale per le due Gorizie. Attenzione anche alle principali aree di ingresso alla città: via Terza Armata e via Trieste. Sono zone prevalentemente commerciali, ma risultano ancora non attrezzate per il pedone e pensate quasi esclusivamente per l’automobile. —


 

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