Nuovo macchinario che depura il sangue La dialisi innovativa è di casa al San Polo

Al San Polo è approdata una terapia innovativa per il trattamento dei pazienti affetti da patologie renali croniche. Si chiama reoferesi e viene applicata attraverso un macchinario in grado di “purificare” il sangue da sostanze infiammatorie, in particolare a carico della microcircolazione degli arti inferiori. Un trattamento che migliora la qualità della vita dei pazienti emodializzati, soggetti anche a diabete, evitando lesioni arteriose che possono portare all’amputazione. Il macchinario, l’unico in dotazione in Friuli Venezia Giulia e tra i pochissimi utilizzati nel Triveneto, è stato affidato da una ventina di giorni alla Nefrologia e Dialisi dell’Azienda sanitaria Isontina Bassa Friulana al San Polo. Nel frattempo, il Servizio aziendale ha già intrapreso il percorso di domiciliarizzazione delle cure permettendo ai pazienti i trattamenti di emodialisi nella propria abitazione, senza recarsi 3 volte alla settimana in ospedale. La reoferesi terapeutica è frutto di un progetto condotto e condiviso tra il dottor Massimiliano Martone di Nefrologia e il dottor Roberto Da Ros di Diabetologia isontine, supportati dal personale infermieristico di Emodialisi, assieme al responsabile di Nefrologia e Dialisi dell’Ass2 Isontina-Bassa friulana, dottor Massimiliano Tosto. Il macchinario è stato acquisito dalla Aferetica Srl, Start up bolognese, specializzata nelle attrezzature biomedicali del settore, in comodato d’uso gratuito, formula per favorire lo sviluppo di questa tecnologia. Il Servizio acquista solo i materiali di consumo. Con un costo di 10 mila euro vengono eseguiti cicli completi a tre pazienti.
Il dottor Tosto spiega: «L’arteriopatia obliterante periferica è una condizione clinica caratterizzata da lesioni arteriose con riduzione dell’afflusso di sangue agli arti inferiori. La causa è molto spesso l’arteriosclerosi, una patologia molto più frequente nei pazienti emodializzati, che presentano ulcere che, se non guariscono, possono portare all’amputazione. Questa condizione clinica – aggiunge – comporta spesso difficoltà, se non impossibilità, a camminare, forti dolori ed una qualità della vita molto scadente per i pazienti che ne sono affetti. Purtroppo, le attuali terapie non sempre sono efficaci. La reoferesi rappresenta il nuovo orizzonte per il trattamento e la guarigione dell’arteopatia obliterante periferica e consiste nel rimuovere dal sangue molte sostanze che favoriscono l’arteriosclerosi. Tutto è stato reso possibile grazie all’impegno e all’intuizione del dottor Martone e del dottor Da Ros. È un progetto – continua Tosto – nato da medici sensibili a questa tipologia di problema e attraverso studi di carattere nazionale dove vengono proposti trattamenti con la tecnologia acquisita dall’ospedale San Polo». La tecnologia è partita circa un anno fa in Italia e a Monfalcone il nuovo trattamento ora rappresenta il primo riferimento in Friuli Venezia Giulia. Effetti, dunque, positivi per i pazienti. «Questa opzione terapeutica – osserva Tosto – migliora l’efficacia e la tollerabilità del trattamento, oltre che la qualità della vita, per i pazienti che ne possono beneficiare e comporta peraltro un notevole risparmio economico per l’Azienda sanitaria». Contestualmente si punta ad incrementare i trattamenti di dialisi domiciliari. Al paziente viene consegnato uno specifico macchinario, ad uso personale e gratuito. L’emodialisi, secondo la normativa in materia, va effettuata con l’assistenza di un familiare. Dopo una prima esperienza positiva nel 2017, nella Bassa Friulana, un altro emodializzato è in procinto di avviare la cura domiciliare. «L’intenzione – conclude Tosto – è quella di incrementare i trattamenti emodialitici domiciliari per svuotare in parte le sale dialisi, ma soprattutto per rendere più “umana” l’emodialisi». –
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