Nuovo Isee, tagli al welfare per 20mila famiglie
TRIESTE. Le cifre della Regione e quelle del sindacato coincidono. Le nuove regole dell’Isee potrebbero tagliar fuori il 20% degli attuali beneficiari dei contributi pubblici per le politiche socio-assistenziali. Alle 7mila famiglie non più ammesse al bonus energia si aggiungeranno con ogni probabilità altre migliaia di persone che fino allo scorso anno si vedevano erogare i finanziamenti per le badanti, i mutui casa, gli asili nido. Secondo le categorie dei pensionati le domande escluse rispetto al 2014 sarebbero complessivamente 20mila.
A spulciare nel sito della Regione si trovano diverse agevolazioni per salute, welfare, casa, istruzione e lavoro. I tetti dell’Isee sono variabili. I più alti (60.000 euro) riguardano il fondo per il sostegno a domicilio per bisogni a elevatissima intensità e gli interventi per i malati di Sla. La giunta, al momento, ha dato una linea. Premesso che la riforma dell’Isee pare contenere i beneficiari dell’intervento taglia-bollette del 20%, a parità di risorse (8,8 milioni in Finanziaria), sono stati aumentati i tetti massimi dei tre scaglioni individuati dal regolamento. Una prima risposta che non dispiace a Orietta Olivo, della segreteria regionale della Cgil: «Ciò che conta è che non venga meno l’impegno economico». Secondo Olivo le maglie più strette dell’Isee non sono una cattiva notizia: «Si va ora nella direzione di regole più eque». L’errore commesso dal governo «è stato però quello di non ascoltare le sollecitazioni delle sigle nazionali e di non prevedere una fase di sperimentazione. Non ci resta che attendere i dati precisi della Regione, ma abbiamo già avvisato l’Anci che non accetteremo interruzioni sui servizi erogati né una riduzione della spesa sociale».
Una stima la forniscono già i sindacati dei pensionati. Le segreterie regionali Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil citano l’ultimo rapporto del ministero del Lavoro, quello del 2013, lì dove si rende noto che in Fvg vengono presentate annualmente quasi 100mila dichiarazioni sostitutive, per 275mila cittadini interessati, «che attraverso l’Isee – rilevano Ezio Medeot, Gianfranco Valenta e Magda Gruarin – hanno accesso a prestazioni fondamentali. Prestazioni che, se non verrà gestita in modo adeguato la transizione tra vecchie e nuove regole, rischiano un forte ridimensionamento, con una riduzione della platea che potrebbe interessare, secondo le stime anche dei Caf, il 20% degli attuali beneficiari».
Un totale, dunque, di 20mila domande (e quindi famiglie) escluse. «Pur nella consapevolezza che il nuovo Isee cerca di affrontare un problema di equità – aggiunge Medeot (Cgil) –, è un’ipotesi che spaventa larghe fasce di persone che hanno realmente bisogno di un aiuto pubblico». Di qui la richiesta all’assessore alla Salute e Protezione sociale Maria Sandra Telesca di aprire un tavolo tecnico per quantificare con precisione l’impatto della riforma dell’indicatore sul Fvg, «a partire dal Fap, uno degli strumenti più utilizzati (circa 7mila persone) e utili». A quel punto, sempre con l’obiettivo dell’equità, non è escluso che il sindacato chieda alla Regione di alzare in qualche caso i tetti dell’Isee per l’accesso ai contributi.
Due le priorità, insistono i pensionati di Cgil, Cisl e Uil: contenere un effetto negativo delle nuove regole, migliorando se necessario i criteri rispetto agli standard minimi stabiliti a livello nazionale, e definire per gli utenti procedure chiare e quanto più possibile omogenee sul territorio, evitando pericolose sovrapposizioni tra la vecchia e la nuova normativa. «Sarebbe infatti inaccettabile – concludono le segreterie regionali – che le nuove regole determinassero un indebolimento del welfare, proprio nel momento in cui c’è bisogno di alzare al massimo le tutele e le protezioni per le fasce più deboli, duramente colpite dalla crisi».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo