Nuovo Isee, Caf fermi. E scattano i primi rinvii
Anno nuovo, solita burocrazia. Una burocrazia che, una volta di più, impone un cambiamento senza però mettere il suo popolo nelle condizioni di rispettarlo da subito. Pure a Trieste (ma qui l’ansia si sta forse facendo sentire più che altrove, considerata l’asburgica impazienza di mettersi in regola, anche con abbondante anticipo, che domina per l’appunto in queste terre e in particolare nella popolazione anziana) sta montando in questo primo scorcio di 2015 il paradosso del nuovo Isee. Paradosso perché lo si deve presentare alla scadenza del vecchio o in caso di nuove richieste (per ottenere sconti su tasse universitarie, mense scolastiche e rette in nidi e case di riposo, ad esempio, o per accedere gratis a certi servizi sociali) eppure non lo si può ancora fare, nonostante la legge dica che il cambiamento vige proprio dal primo gennaio scorso.
Insomma: ci sono genitori di bimbi da iscrivere all’asilo, figli di anziani cui pagare l’assistenza, famiglie che hanno bisogno di certificare una situazione economica difficile per chiedere una mano al sistema pubblico che aspettano di avere un documento per ora “impossibile”. Intendiamoci. Tranne rarissimi casi, legati a emergenze non programmate, le prime scadenze richieste dai servizi sociali ed educativi del Comune portano rispettivamente al 28 febbraio e al 31 marzo, non prima. E l’amministrazione cittadina, peraltro, lascia già intendere (si legga qui sotto, ndr) che in caso di ritardi su ritardi dovuti alla burocrazia sarà chiuso mezzo occhio. Mentre per la presentazione delle domande di contributo su trasporto scolastico e libri di testo la Provincia ha spostato il termine al 31 marzo prossimo.
Eppoi va riconosciuto che chi sa smanettare sul web (c’è un modo per averlo senza complicazioni seguendo le istruzioni sul sito dell’Inps) è in sostanza già esente da ansie. Resta il fatto che buona parte dei triestini, tuttavia, si affida da sempre (e sempre di più dopo che, da qualche anno, all’Inps non si fanno più pratiche cartacee) ai Caf di sindacati e associazioni. Lì si portano i documenti che servono e lì un esperto della materia riempie le caselle del “file” da cui viene fuori, alla fine, il numero che misura lo stato finanziario e patrimoniale di una famiglia. Il fatto è che con le sostanziose modifiche introdotte tra i parametri per il calcolo del nuovo Isee (lo scopo è nobile: scoraggiare i finti poveri a provarci, soprattutto con inedite certificazioni patrimoniali più facilmente controllabili) s’è rallentata la trattativa nazionale tra l’Inps e la Consulta dei Caf per il rinnovo della convenzione con cui i Caf sono per l’appunto autorizzati, come enti “mediatori”, a rilasciare a chi ne fa richiesta il modello Isee su carta. Non solo: tali modifiche procedurali hanno implicato nel contempo la necessità di caricare nuovi programmi sui computer dei Caf, operazione che in vari Centri di assistenza fiscale della città si sta concludendo proprio in questi giorni, e ciò vale per lo stesso computer a disposizione del pubblico all’Inps di via Sant’Anastasio.
Morale: i Caf non sono ancora formalmente autorizzati a calcolare alla gente il nuovo Isee e, anche se lo fossero stati già nei giorni precedenti, ben poco avrebbero potuto fare poiché non avevano ancora gli strumenti per lavorare. Va riconosciuto, ad ogni modo, che la convenzione dovrebbe essere firmata (e dunque operativa) a breve. «Questione di giorni», fanno sapere dal quartier generale triestino dell’Inps. «Noi intanto stiamo fissando per la prossima settimana i primi appuntamenti a chi chiede il nuovo Isee», fa eco il consigliere comunale Pd Manuel Zerjul, in questo caso da direttore del locale Caf dell’Acli, il che denota che si potrebbe essere appunto ormai in dirittura. Ciò non toglie però - come ammette Adriano Sincovich, segretario provinciale della Cgil, il cui Caf rappresenta un altro osservatorio cittadino in materia di assistenza fiscale - che l’anno del nuovo Isee è partito col piede sbagliato, in una «situazione indubbiamente caotica: con le novità introdotte l’opera dei Caf, che negli ultimi anni per la stretta del “Tesoro” hanno spesso già lavorato sottocosto, si prospetta ancor più onerosa, dato che aumentano le documentazioni e di conseguenza le necessarie autorizzazioni al trattamento di dati sensibili».
@PierRaub
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