Nuovo governo, la sanità regionale chiede «investimenti nei processi di informatizzazione»

Per il cardiologo Sinagra c'è urgente bisogno di innovazione tecnologica e soluzioni capaci di assicurare organizzazioni flessibili ed efficaci in caso di emergenze 
Il cardiologo Gianfranco Sinagra
Il cardiologo Gianfranco Sinagra

TRIESTE «Credo che adesso la necessità più urgente sia investire in processi di informatizzazione, che leghino in modo più profondo l’ospedale al territorio e viceversa. Questa è l’unica strategia da perseguire per costruire concretamente delle reti di condivisione dei dati». Gianfranco Sinagra, direttore del Dipartimento cardiotoracovascolare dell'Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste, sul tavolo dei desiderata per il settore della Sanità scopre la carta dell'innovazione. «Occorre rendere i dati fruibili e metterli a disposizione di elaborazioni con tecniche di intelligenza artificiale che saranno sempre più utilizzati nei processi diagnostici».



La tecnologia al primo posto, dunque. Ma quali sono le altre urgenze?

«Bisogna investire sui professionisti della salute, prestare più attenzione al mondo degli anziani. Inoltre, è tempo di elaborare politiche di innovazione tecnologica che sappiano rendere moderni e attrattivi i nostri ospedali».

In che senso?

«Le strutture sanitarie devono coniugare un’alta specialità pur con un’organizzazione più flessibile di alcune aree. Come ci ha dimostrato il Covid, esistono reparti che necessitano di reinventarsi in fretta. E non è da ospedali con organizzazioni rigide, chiuse e poco portate all’interazione che può arrivare una risposta unitaria davanti a un’emergenza come quella che abbiamo vissuto».

Quali sono, secondo lei, i principali ostacoli a una transizione tecnologica nel mondo della sanità italiana?

«Per affrontare questo passaggio occorre prima di tutto che ci sia la disponibilità economica per pianificare risorse da investire in politiche di innovazione. Ma c’è anche un limite a livello culturale: attualmente manca ancora una visione d'insieme più ampia, che permetta di prendere decisioni senza rimanere legati a fattori di contingenza e di emergenza, come invece si è soliti fare in questo settore».

Al momento non è ancora scontata la riconferma di Roberto Speranza alla guida del dicastero della Sanità. Cosa pensa del lavoro che ha svolto fin qui?

«Io ritengo che sia stato un ministro capace, fermo, attento alla complessità dei problemi e credibile, in un momento di fortissime tensioni e difficili scelte in periodo di emergenza. Il futuro piano tecnico del supporto ad un ministro dovrà essere a sua volta scientificamente solido, aperto. E considerare tutte le componenti dei problemi e dei territori, credibile e possibilmente unitario». —



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