Nuovo complesso Ater a Campanelle
A volte dietro la prosa asettica di un’ordinanza comunale temporanea, che istituisce un divieto di sosta lungo 25 metri e valido 365 giorni, può celarsi qualcosa che va oltre l’asciuttezza decisionale amministrativa. Può celarsi, per esempio, un’importante progetto Ater, che prevede la realizzazione di 48 alloggi in via Cesare Dell’Acqua, nei pressi di via Campanelle: «Accesso al cantiere con i mezzi pesanti» motiva, infatti, il provvedimento assunto dall’architetto Ave Furlan. Considerando la media familiare triestina, è lecito ritenere che ci vivranno perlomeno 150 persone. All’impresa Riccesi è andato l’appalto, del valore di circa 7,5 milioni, per la costruzione del complesso, che si svolge su tre piani. E che, in pratica, confina con la pista ciclabile dedicata a Giordano Cottur.
«Dimensioni e importi - commenta Donato Riccesi, che è anche presidente di Ance Trieste e componente nell’esecutivo nazionale dell’associazione dei costruttori - si collocano in una fascia medio-alta. Soprattutto per un’Ater, come quella triestina, che certo non abbonda di finanziamenti. Anche se - prosegue Riccesi - a Trieste censiamo, ormai con annua fisiologicità, poco meno di 5 mila domande per affittare un’abitazione in regime agevolato. A livello regionale è un dato sicuramente significativo».
I lavori sono già iniziati e ancora si concentrano sul movimento terra. Si stanno attuando interventi di bonifica dei terreni, adibiti, fino a non molto tempo fa, a discarica abusiva. Il reperimento di materiali Eternit ha però obbligato a specifiche procedure di smaltimento, effettuate insaccando la terra e portandola in siti preposti ai materiali tossici. «I tempi per la costruzione del complesso - spiega Riccesi - dipendono da quanto tempo si impiegherà per la bonifica. Possiamo presumere che l’intervento venga completato entro la fine dell’anno, quindi i lavori veri e propri dovrebbero iniziare all’inizio del prossimo anno e si protrarranno per 18 mesi».
Ma questa opportunità fornita dall’Ater non è certo la rondine che fa primavera per un settore che a Trieste continua a languire, come purtroppo testimonia la vicenda di vecchie e prestigiose aziende del territorio. «A livello nazionale - cambia orizzonte Riccesi - ci sono segnali di ripresa, ravvisabili soprattutto nelle aree metropolitane, mentre la provincia è più lenta. E Trieste è provincia. I mutui-casa crescono sensibilmente, anche se, scomponendo il dato complessivo, vediamo che c’è un 17-18% di rinegoziazioni e non siamo in grado di verificare l’incidenza delle ristrutturazioni. Se il governo terrà fede agli impegni in tema di fiscalità sulla prima casa, è probabile che un mercato ancora timido riprenda fiducia. Trieste non ha molti immobili nuovi - conclude - per l’evidente carenza di terreno edificabile, per cui prevale il riuso, la ristrutturazione. Le nuove norme regionali supportano queste tipologie di intervento edile. Penso che per una realtà come quella triestina, se si vuole stimolare il settore, potranno essere d’aiuto incentivi per sistemare ampie zone del “semicentro”».
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